Riceviamo e pubblichiamo dall’Area Riformista del Partito Democratico di Sant’Arpino. “Ci chiediamo, se a Sant’Arpino esista il PD, dopo l’uscita dall’oltretomba di un comunicato in vista della consultazione referendaria, visto che c’è una sede dove da tempo immemorabile non si svolge una riunione ufficiale, neanche ufficiosa, ma nemmeno clandestina, dove non esiste un direttivo, un segretario, una qualsivoglia organizzazione legittimata in qualche maniera. Se manca la democrazia di base, se l’organizzazione è inesistente, l’appartenenza non può esserci e allora ripartiamo da qui: da un’assemblea pubblica anche in vista del referendum costituzionale e soprattutto fermiamoci con le performance sui giornali e confrontiamoci sulla linea politica che va decisa insieme nella sede del partito e non con proclami che possono essere il punto di arrivo e non certamente un’utile base di partenza. In che modo? Intanto aprendo il confronto interno del Partito democratico, per cui diciamo basta a performance giornalistiche che spesso e volentieri offrono uno spettacolo indegno che non giova per niente né al partito, né agli stessi autori, sottolineano gli esponenti dell’area riformista che a livello provinciale fanno capo a Dario Abbate ed a livello nazionale a Roberto Speranza. Il referendum costituzionale può essere l’occasione per discutere nel merito le questioni. La riforma della Costituzione è una cosa seria. Per questo è importante discuterne in modo approfondito. Ascoltare prima di tutto, le varie posizioni e le argomentazioni che vengono proposte. Abbiamo sempre sostenuto che non è evitando di affrontare i problemi, o evitando di discutere, e offuscando le diverse posizioni presenti tra noi che questi si possono risolvere, e ne restiamo profondamente convinti. Siamo abituati a dire chiaro quello che pensiamo e che facciamo, e così vogliamo continuare a fare, col massimo rispetto per chi ha una posizione diversa dalla nostra e senza pensare di avere la verità in tasca, ma solo con la voglia di confrontarci liberamente, perché la trasparenza e l’onestà sono il primo pilastro in un Partito che si chiama Democratico. E pensiamo, ancora peggio, al continuo tentativo da parte di qualche “satrapo” auto referenziato del nostro partito di far finta di niente, evitando la discussione, lanciando dei comunicati ciclostile senza alcuna democratica condivisone, chiudendo il partito con paura, invece che aprirlo con quel coraggio di cui abbiamo bisogno non solo come partito ma come comunità santarpinese”.

 

 

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