MADDALONI – Tre uomini sono stati fermati dalla polizia del commissariato di Maddaloni, con provvedimento emesso dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, per aver sequestrato una donna di 24 anni, ex fidanzata di uno dei tre, che ieri e’ stata costretta a salire in auto e trasportata da Porto D’Ascoli, in provincia di Ascoli Piceno, fino a Maddaloni.

In ospedale, poi, la donna, ricoverata d’urgenza, ha raccontato a un medico di essere stata sequestrata dal suo ex fidanzato e da due suoi amici. Tutto e’ iniziato ieri sera, quando gli agenti di Maddaloni hanno ascoltato la giovane, L.M.G., di Milano. La donna aveva avuto, infatti, una relazione sentimentale con Gabriel Shkina, albanese di 26 anni, da lei conosciuto a Milano qualche anno prima. Dopo un’iniziale serena convivenza, i due si erano trasferiti a Maddaloni, dove il fidanzato faceva il muratore. In seguito, pero’, a una serie di dissapori, culminati nella scoperta di un tradimento da parte di Shkina, la ragazza aveva deciso di interrompere la relazione e si era trasferita a casa della madre a Porto d’Ascoli, ma Shkina aveva continuato a minacciarla di morte nel caso in cui l’avesse lasciato in maniera definitiva. L’albanese, dunque, aveva iniziato a recarsi a casa della madre della giovane, in compagnia di un amico, Pasquale Di Nuzzo di 47 anni di Cervino, il quale a volte restava anche a dormire nell’abitazione delle due donne. Queste ultime, stando al racconto della ragazza, ospitavano i due solo perche’ venivano minacciate di morte.

 

La vicenda ha raggiunto il suo apice ieri pomeriggio: i due si sarebbero recati a Porto D’Ascoli e avrebbero convinto l’ex fidanzata dell’albanese a scendere da casa costringendola a entrare in un’autovettura a bordo della quale c’erano, oltre all’albanese e a Pasquale Di Nuzzo, il fratello di quest’ultimo, Antonio, di 26 anni di Maddaloni. Trattenuta in macchina con violenza e minacce, la ragazza era stata portata a Cervino, ma fingendo di accusare dei malori per il lungo viaggio durato cinque ore, aveva convinto i tre a farsi accompagnare presso l’ospedale di Maddaloni. Qui, dopo le prime cure, ha rivelato a un medico donna cio’ che era accaduto. Il sanitario ha poi telefonato alla polizia che e’ intervenuta rintracciando i tre, che intanto si erano allontanati dal nosocomio, rientrando nelle rispettive abitazioni.

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