Di male in peggio. All’istituto comprensivo “Domenico Cimarosa” di Aversa il mancato avvio del servizio di refezione scolastica sta creando una serie di gravi disagi ai genitori degli alunni. E col passare del tempo la situazione ha assunto contorni tragicomici. I bambini devono portarsi i pasti da casa. E come se non bastasse, le mamme dovrebbero anche seguire un menù indicativo suggerito dalla scuola, oltre che “ubbidire” a un decalogo di regole su dove e come conservare il cibo. Il dirigente scolastico Mario Autore ha spiegato ai genitori che, al fine di mantenere la “valenza educativa del momento del pasto” e per garantire a tutti gli alunni un pasto “sano e ben equilibrato”, si è convenuto di stilare un menù unico suggerito dall’Asl. Si tratta, ha precisato il preside ai genitori, di “suggerimenti puramente indicativi e facoltativi”. Ma resta il fatto che si è venuta a creare una situazione pirandelliana dai tratti ridicoli e assurdi. A peggiorare le cose i tempi lunghi per lo svolgimento della gara per l’affidamento del servizio. Se tutto andrà bene la refezione scolastica partirà a metà gennaio. Per genitori e alunni ci saranno almeno altri 3 mesi di gravi disagi. Non è passata infatti la proposta avanzata dalle famiglie di rivolgersi a ristorarti o aziende specializzate come peraltro avviene in altre scuole campane. Il risultato? I bambini del IV Circolo di Aversa pranzeranno “al sacco” ancora per molto tempo. Pazzesco.
Mario De Michele