Fiato ancora sospeso per Celentano a Sanremo. Sarà la conferenza stampa ufficiale del festival, in programma alle 12 al Teatro del Casinò, a sciogliere definitivamente il nodo con l’annuncio – l’organizzazione del festival ci conta – della firma del contratto tra la Rai e l’ex Molleggiato. Ma intanto fa discutere il cachet garantito dalla tv pubblica all’artista
e sul quale è stato da tempo raggiunto l’accordo: 300 mila euro a puntata, per un massimo cumulabile di 750 mila euro. “Occorre diminuire le pretese e non accettare le esagerazioni, ma anche considerare che c’é sempre il mercato”, precisa il dg Lorenza Lei in Vigilanza, parlando dei compensi di artisti e dirigenti. “Riconoscere un compenso così alto per Celentano è una libera scelta di cui risponde il dg, prima del direttore di Rai1 e del festival. Inutile parlare di concorrenza: chi si contendeva la presenza del Molleggiato? Non credo Mediaset, La7 o Sky”, argomenta il capogruppo Udc in Vigilanza Roberto Rao, che durante l’audizione della Lei aveva già ‘twittato’ i suoi dubbi in proposito. In realtà l’attenzione a San Macuto oggi è concentrata sul caso Tg1, in vista del cda Rai di domani chiamato ad esprimersi sulla conferma di Alberto Maccari. Ma c’é anche chi, nelle file del centrosinistra, non si lascia trascinare nella polemica e fa notare che Celentano ha sempre garantito pagine tv di qualità e di grande impatto. Più dura la posizione della senatrice Adriana Poli Bortone, cofondatrice di Grande Sud, che su Twitter arriva a proporre “uno sciopero della tv appena Celentano compare sul palco di Sanremo”. Per l’ex ministro, “300 mila euro per ogni mezzora sono tanti per un predicatore francescano come Celentano vuol farsi passare”. Di “compenso sproporzionato e immorale” parla il deputato Pd Marco Carra, che in un’interrogazione ai ministri Monti e Passera chiede “quali strumenti siano a disposizione dell’esecutivo per evitare, nel rispetto dell’autonomia gestionale della Rai, compensi eccessivamente elevati”. Al premier Monti si rivolge anche la Legautonomie Marche, convinta che, mentre l’Italia è “sull’orlo del baratro” il cachet di Celentano non faccia “rima con rigore e equità”. Parlando in generale dei compensi di artisti e dirigenti, il dg si appella al mercato: “La Rai – spiega – opera in un mercato fortemente concorrenziale. In questo contesto non è agevole definire costi standard per figure artistiche e manageriali di più alto livello ed i compensi devono essere comunque commisurati ai risultati”. Il Clan Celentano lavora intanto ancora agli ultimi dettagli tecnici del contratto, sui cui punti essenziali – oltre al compenso, la libertà editoriale e le interruzioni pubblicitarie – l’intesa è stata raggiunta da giorni. Se tutto filerà liscio, l’annuncio arriverà domani a mezzogiorno.