NAPOLI – Rifiuti, pericolosi e non, triturati e miscelati al materiale usato per la realizzazione di una superstrada. La camorra, da sempre alla ricerca di modi per smaltire illegalmente e nascondere la spazzatura, ha attuato in provincia di Napoli anche questo business. E’ uno dei dettagli che emergono dall’operazione della Dda di Napoli
che, al termine di indagini della Dia e dei carabinieri, ha portato all’esecuzione di 14 arresti. In “Gomorra”, la spazzatura finisce nelle cave e anche sotto terreni agricoli, avvelenando frutta e verdura. In questo caso invece il nascondiglio inventato per i rifiuti era addirittura una strada in costruzione, a Palma Campania, centro nei pressi di Nola. L’imprenditore Antonio Iovino, già condannato per la partecipazione al clan camorristico capeggiato da Mario Fabbrocino, era al centro di un traffico di rifiuti inerti che faceva sversare abusivamente in alcune cave di sua proprietà. I rifiuti venivano poi triturati con una speciale apparecchiatura, mescolati a terriccio e rivenduti come materiale di costruzione. In questo modo erano stati realizzati circa due chilometri di una strada che avrebbe dovuto collegare lo svincolo di Palma Campania dell’autostrada A30 Caserta-Salerno con il Vallo di Lauro. Il tratto di strada era già stato sequestrato dai carabinieri due anni fa. Con questo sistema, sottolineano gli investigatori, Iovino (che è tra le 14 persone arrestate oggi) realizzava un doppio guadagno: si faceva pagare per stoccare i rifiuti nelle sue cave e li rivendeva come materiale da costruzione di scadente qualità. I provvedimenti di misura cautelare sono stati emessi dal gip collegiale (Bruno D’Urso, Francesco Chiaromonte e Luigi Giordano) su richiesta del pm Simona Di Monte. Assieme alle misure cautelari sono state sequestrate aziende per un valore stimato in otto milioni di euro. L’operazione, sottolinea il prefetto di Napoli Andrea De Martino, rappresenta un altro duro colpo alla criminalità organizzata. Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania, è soddisfatto degli arresti ma invita a non abbassare la guardia e ricorda: “La Campania è maglia nera per i numeri dello smaltimento illegale con un boom di aziende coinvolte: dal 2002 sono 62 le inchieste sui traffici illeciti di rifiuti, ben 139 le aziende coinvolte, 316 gli arresti, 440 le persone denunciate. Visto il gran numero di aziende coinvolte da decenni di inchieste, sarebbe auspicabile che Confindustria avviasse, anche su questo fronte, una vera e propria battaglia di trasparenza”.