Lo spread che finalmente scende, anche se l’obiettivo prefissato non è ancora raggiunto, l’impegno preso dall’Italia con la Ue “severo, ma non impossibile”, i malumori di alcune parti politiche. Ma soprattutto la riforma del mercato del lavoro e l’addio all’idea del posto fisso: “I giovani devono abituarsi all’idea che non lo avranno. Che monotonia il posto fisso, è bello cambiare”,

anche se bisogna “avere condizioni accettabili”. Mario Monti, ospite del Tg5 e di Matrix, parla dei temi caldi che il governo si trova ad affrontare, sottolineando con un certo ottimismo la capacità del Paese di fare fronte alle difficoltà. E sul suo mandato dice: “Do per scontato che nel 2013 non ci sarò”. Addio posto fisso. Il posto fisso non esiste e i giovani devono abituarsi a questa idea, ha detto Monti nell’intervista a Matrix: “Tutte le cose che stiamo cercando di fare sono operazioni di ricerca della consapevolezza. I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia”. Parole destinate a far discutere, pronunciate proprio alla vigilia del tavolo tra governo e parti sociali sul mercato del lavoro 1. Poi il premier ha spiegato: “La finalità principale della riforma è quella di ridurre il terribile apartheid che esiste tra chi per caso o per età è già dentro e chi fa fatica ad entrare”. Frasi tranchant anche sull’articolo 18: “Non è un tabù – ha detto il premier- può essere pernicioso per lo sviluppo dell’Italia e il futuro dei giovani in un certo contesto, ma può essere abbastanza accettabile in un altro contesto”, ha detto. Per Monti è essenziale una “riforma degli ammortizzatori che tuteli il singolo lavoratore quando deve cambiare lavoro, senza legare la tutela del lavoratore a un posto di lavoro che diventa obsoleto”. Per quanto riguarda il confronto, il premier ha detto: ”Sulla riforma del mercato del lavoro è normale che ci sia più dialogo, ma con tempi brevi, da Italia europea”, ricordando che i sindacati ”hanno di fatto accettato la riforma delle pensioni” varata dal governo. ”A dicembre i sindacati hanno fatto tre ore di sciopero – ha proseguito Monti – non è stata una manifestazione di debolezza, bensì di grande maturità”. Fino al 2013. ”Non so alla fine, nel marzo del 2013 o ad aprile, che ricordo porterò. Ma so che sarà una parentesi chiusa ed immagino che il ricordo sarà positivo solo se l’Italia sarà migliore di oggi. Ce la faremo”. Così il premier ha risposto a una domanda relativa alla durata del sua carica: “Lo do per scontato” che nel 2013 non sarò più al governo, ha detto, ma ” non è quello che mi interessa, mi interessa fare bene adesso in questa situazione difficile e spero che tutti si disinterissino di quello che potrà succedere allora per quanto mi riguarda”. “Il mio governo ha compiti limitati ma ciononostante difficilissimi, per rendere l’Italia migliore. Questo compito lo svolgeremo se osserveremo una certa distanza rispetto ai partiti”.

 

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