Napoli fu una delle realtà culturali più’ dinamiche del Settecento europeo, seconda per importanza, forse solo a Parigi e Roma. In ambito musicale tale rilievo divenne primato: artisti di grandi capacità operarono nella capitale partenopea, fornendo un contributo unico alla storia musicale, non solamente nel campo della produzione, ma anche in quello della didattica e della formazione. Napoli divenne di fatto, la capitale mondiale della musica e formò artisti di grande fama, quali Scarlatti, Leo, Paisiello, Durante, Pergolesi, Iommelli, Cimarosa. Questa egemonia artistica, nell’ultimo frangente temporale, è stata degnamente celebrata e rivendicata, quasi una sorta di ravvedimento revisionistico, che sembra ridimensionare molti paesi del Nord Europa, celebrati forse sproporzionatamente dalla storia della musica. Tale revisione sembra oggi, attribuire finalmente alle nostre realtà locali, una supremazia culturale, che fu ispiratrice della musica romantica dell’Ottocento e dell’Opera Lirica italiana. Se ciò poté essere, lo si dovette non solamente al contributo degli artisti che produssero musica, ma anche a quelli che svolsero un’oscura carriera di formatori. Questo il concetto che si è posto in evidenza, nel convegno svoltosi ad Aversa nella casa della Cultura “V. Caianiello”, il 23 dicembre e che ha visto la partecipazione di due importanti figure del mondo musicale campano: il Prof. Fabio dell’Aversana ed il Maestro Giuseppe Monetti. Entrambi musicologi di grande competenza e professionalità, da due punti di vista differenti e complementari, hanno evidenziato il ruolo di supremazia delle scuole di musica napoletane e dei suoi quattro conservatori. La relazione del Prof. Dell’Aversana ha analizzato le nove composizioni per cembalo di Fedele Fenaroli, un insegnante di musica abruzzese che influenzò con queste composizioni anche la formazione e la crescita artistica di Domenico Cimarosa. Dell’argomento, il relatore si era già occupato in una recente lavoro monografico, pubblicato nel 2015, per la PM edizioni e relazionato mirabilmente, in occasione del Convegno Internazionale di Hapmac 2016, organizzato nel luglio di quest’anno, presso l’Università di Nottiingham. Sapientemente introdotto e stimolato alla relazione dal Maestro Monetti che ha spiegato alla platea i concetti di sonata e partimento da un punto di vista armonico, il prof. Dell’Aversana ha evidenziato come le nove sonate per cembalo del Fenaroli siano alla base delle strutture melodiche ed armoniche di molti compositori che operarono a Napoli, primo fra tutti quel Cimarosa che a dire del relatore ha influenzato addirittura, la musica pianistica di Ludwig van Beethoven. A Napoli la musica era necessità per la quale ben presto si rese necessaria una sorta di fissazione scritta di una pratica che fino ad allora era comprovata dalla consuetudine e dalla viva tradizione orale. Fenaroli diede un contributo determinante a tale passaggio e lo fece con la capacità di un formatore dalle doti uniche, sicuramente incidente sugli sviluppi successivi della musica meridionale. Nel corso della lectio, i due relatori hanno analizzato e fatto ascoltare agli spettatori, le prime tre sonate del musicista abruzzese, scoperte dal Maestro Cirillo nella Biblioteca “San Pietro a Maiella” di Napoli, ponendo in evidenza e pragmaticamente, un’eredità musicale, viva e presente in molti artisti che vissero a Napoli, nei periodi successivi. L’importanza dell’iniziativa, tesa alla promozione e alla valorizzazione della Scuola Napoletana è stata infine palesata dal Maestro Monetti, che ha pubblicamente riconosciuto il valore dell’iniziativa, giunta alla terza edizione e voluta dai quadri cogenti dell’Accademia di Santa Sofia, ente artistico che svolge la propria attività culturale tra Benevento e Napoli, ringraziando pubblicamente il validissimo presidente, Prof. Salvatore Palladino, presente nell’auditorium per l’occasione. Le attività in tal senso continueranno: un ulteriore incontro si svolgerà nei prossimi giorni e nuovamente sul tema della didattica musicale. In esso, gli stessi relatori offriranno un excursus della Scuola Napoletana, attraverso una disanima delle figure che maggiormente hanno contribuito alla formazione dei più grandi ed importanti musicisti di quel tempo. Nella relazione si partirà dalla produzione didattica di Francesco Durante per arrivare a descrivere le evoluzioni artistiche fino ai giorni odierni. La lectio si terrà ancora in Aversa, nella Cappella di San Bartolomeo in Via Vittorio Emanuele, il giorno 30 dicembre, alle ore 18,30.