“Malgrado tutti miei sforzi, la Commissione Envi ha dato il via libera all’accordo di libero scambio CETA. Come avevo annunciato il mio voto è stato contrario, rimango convinto che l’UE e il Canada abbiano approcci troppo diversi in tema di salute, ambiente e sicurezza alimentare. – Lo ha dichiarato Nicola Caputo, Parlamentare europeo e Relatore, in commissione Envi per il gruppo S&D a margine della seduta della commissione sul CETA – La mia preoccupazione maggiore – spiega l’europarlamentare – riguarda il principio di precauzione che non è proprio contemplato nel CETA. Al contrario, la precauzione è condizionata da un riferimento superficiale agli accordi internazionali, nessuno dei quali contempla tale principio. Mancano quindi disposizioni vincolanti per il rispetto del principio di precauzione che è un principio fondante della politica dell’Umione Europea. Un’altra mia preoccupazione – spiega ancora Caputo – riguarda il sistema giudiziario per la protezione degli investimenti ( la cosiddetta clausola ICS), un meccanismo di composizione delle controversie che concede agli investitori esteri una giurisdizione parallela in grado di superare quella degli Stati e , quindi, in grado di minare il diritto dell’UE e dei suoi Stati membri di adottare e far rispettare leggi di interesse pubblico, ad esempio per proteggere l’ambiente o la salute pubblica. L’applicazione del CETA contrasta, a mio avviso, con alcuni standard ritenuti assolutamente non negoziabili dall’ENVI: dall’approccio alla sicurezza alimentare alle misure sugli interferenti endocrini, dagli impegni per il raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici ai livelli massimi per i residui di pesticidi. Ritengo, infine, che lo stesso ruolo svolto dalla Commissione europea nelle trattative con il Canada vada meglio chiarito. In particolare – conclude Nicola Caputo – la Commissione sembra aver minato alla base la direttiva sulla qualità dei carburanti, spianando così la strada al petrolio da sabbie bituminose del Canada. Si tratta di circostanze, che se verificate, inducono seriamente a riflettere sulla linearità del ruolo svolto nel periodo negoziale. Ci sono quindi giuste preoccupazioni che mi hanno spinto a votare contro il CETA e che auspico inducano i colleghi della commissione competente per il merito (INTA) a votare contro questo accordo che ritengo non proprio vantaggioso per i cittadini dell’Unione Europea”.

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