Una vera e propria organizzazione che aveva dato vita a quello che viene definito un “florido canale di approvvigionamento” di cocaina ed eroina proveniente dalla Campania e diretto a Perugia e’ stata individuata e stroncata dalla squadra mobile del capoluogo umbro. Al termine dell’indagine denominata “Zbun”, durata un anno, il sostituto procuratore Manuela Comodi ha chiesto e ottenuto dal gip di Perugia 29 ordinanze di custodia cautelare in carcere di cui 20 eseguite nelle giornate di ieri e di oggi, di cui 15 tunisini, 2 marocchini, un italiano, uno svizzero e una cittadina della Repubblica Ceca.
Altre 13 persone erano finite in manette in flagranza nel corso di varie attivita’ nell’ambito della medesima indagine a partire dall’aprile 2011 con il recupero di due chili di sostanza stupefacente. L’attivita’ di intercettazione e i riscontri raccolti hanno consentito alla mobile, diretta da Marco Chiacchiera, di individuare una vera e propria organizzazione dedita all’attivita’ di spaccio a Perugia. Ai vertici erano i tunisini Riad Chiedi di 31 anni e Hatem Chihi di 29, e il marocchino Nabil Maaloul di 34, che si interessavano – riferiscono gli inquirenti – di approvvigionamento continuo e di coordinamento dello spaccio, con gestione dei “pusher di piazza”. Oltre alla riscontrata organizzazione piramidale, con suddivisione stabile dei ruoli, vigeva anche una sorta di “mutuo soccorso” che i sodali ricevevano dagli altri membri quando si trovano nella mancanza di disponibilita’ di stupefacente e in caso di arresto. I luoghi di spaccio erano il centro di Perugia e la zona universitaria. Il gruppo si avvaleva anche della manovalanza di pusher clandestini arrivata da Lampedusa. Molti dei fermati, infatti, sono stati trovati in possesso del permesso temporaneo per motivi umanitari.