Io credo che, l’altro giorno, sia andata in scena l’ennesima farsa alla quale ho deciso di partecipare, volutamente, da spettatore. Un’Assemblea provinciale che sarebbe dovuta durare ore se non giorni. Un momento della nostra “comunità democratica” che avrebbe dovuto evidenziare i problemi delle sezioni locali e offrire plausibili soluzioni, avrebbe dovuto illustrare il lavoro dei nostri Istituzionali, avrebbe dovuto sancire cosa intendiamo fare alle prossime elezioni Provinciali, che avrebbe dovuto – non solo dirci che si aprirà il tesseramento – ma perché dovremmo aderire al Partito Democratico.

Niente di tutto ciò. Parole carine, qualcuna di livello anche aulico, frasi, spot, messaggi che una componente rivolgeva all’altra, appelli all’unità a cui oggi non crede neanche il più romantico dei tesserati, tant’è vero che alla fine il Partito Democratico Provinciale si divideva in due se non tre o anche quattro riunioni parallele. E la cosa più grave è che noi non ci rendiamo conto che se il PD di questa Provincia, convocato nella sua totalità, riesce a stare tutto in una sala conferenze, siamo ridotti veramente male.

In questi anni non siamo stati capaci di soddisfare e rappresentare né i bisogni, nè gli interessi. Abbiamo scritto regole e le abbiamo calpestate all’occorrenza. Abbiamo inventato le primarie salvo poi rinnegarle, difenderle, annullarle, contestarle quando ci faceva comodo. Abbiamo trasformato i congressi in momenti in cui non discutiamo di come faremo le cose ma di chi farà le cose. Abbiamo dimostrato, in momenti delicati, una grandissima incapacità governativa dei processi. Abbiamo preso il tema del rinnovamento e giustamente lo abbiamo declinato a modo nostro, lo abbiamo trasformato in una questione anagrafica, senza capire che il tema del rinnovamento andava declinato nella modalità di pensiero e di azione.

Abbiamo dimenticato anche giovedì  di capire come risolvere l’emergenza della nostra Provincia che vede le scuole al gelo, le strade a pezzi e i servizi essenziali mancare. Non ci sto. Non ci stiamo, perché l’altro giorno tra la platea notavo quanto queste piccole e semplici considerazioni accomunassero tantissima gente. Io credo che ci siano tantissime persone che conservano la loro passione politica in un cassetto. Credo che ci siano tantissime persone che amano l’ideologia e il simbolo piuttosto che l’Istituzionale di riferimento. Credo che ci siano tantissime persone genuine e valorose che han voglia di rimboccarsi le maniche per costruire qualcosa di interessante in questa Terra. Io credo con tutto me stesso che si possa arrivare ad una dimensione collettiva vera di questo Partito.

Ma c’è bisogno di coraggio. Il coraggio di capire che i nostri nemici sono i problemi dei cittadini da risolvere, le forze politiche che cercano di conservare spazi di interesse, il livello di corruzione altissimo, le costanti infiltrazioni della criminalità, la rabbia sociale scatenata da Matteo Salvini, e la demagogia del Movimento 5 stelle che oggi riesce ad essere molto più vicino ai cittadini di quanto non lo sia la classe dirigente del PD.

Come Giovani Democratici proveremo a superare i limiti della nostra età, non saremo il braccio armato di nessuna fazione, proveremo a ricostruire una dimensione collettiva e cercheremo di ripristinare il rispetto per le regole  ma soprattutto lavoreremo per rimettere al centro della discussione politica – non chi fa cosa – ma cosa facciamo e vogliamo fare per questa Terra meravigliosa!

Pasquale Fiorenzano,

Segretario della Federazione Provinciale dei Giovani Democratici

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