Decisione importante quella assunta dalla sesta sezione penale della Suprema Corte, (presidente Ippolito, relatore De Amicis) afferente al procedimento penale che provocò nel settembre 2016 un vero terremoto a San Felice a Cancello con l’arresto, tra gli altri, del sindaco Pasquale De Lucia e del comandante della polizia Municipale Francesco Scarano. Il Tribunale del riesame di Napoli in data 17.10.16 confermò in parte il castello accusatorio relativo a delitti di corruzione. Fu così che a ricorrere in cassazione fu sia il pubblico ministero che invocava l’arresto di numerose persone anche per il delitto di associazione a delinquere, sia la difesa degli imputati Pasquale De Lucia, Antonio Basilicata, Vincenzo Papa e Francesco Scarano. Una particolare posizione nella vicenda assumerebbe proprio il comandante della polizia Scarano, il quale, in previsione dell’importante udienza innanzi ai giudici di legittimità, in aggiunta all’avvocato Alberto Martucci, ha nominato anche quale suo difensore l’avv. Dario Vannetiello del Foro di Napoli. Secondo l’accusa il Comandante della Polizia Municipale, che all’esito dell’interrogatorio ottenne gli arresti domiciliari, avrebbe omesso i doverosi e necessari controlli presso i cantieri gestiti dagli imprenditori “amici”. Il Procuratore Generale dott.ssa Marinelli ha sostenuto in toto il ricorso proposto dal Pubblico Ministero “sammaritano” . Ma tale ipotesi accusatoria non è stata condivisa dalla Suprema Corte, la quale, nel rigettare il ricorso del pubblico ministero, ha confermato che dalla attività di indagine non è emersa la esistenza di una associazione a delinquere. Sul versante dei ricorsi proposti dalla difesa degli imputati l’esito è stato il seguente: il ricorso proposto nell’interesse del sindaco De Lucia è stato accolto limitatamente ad un solo capo di imputazione con conferma per il resto delle accuse, mentre la Corte ha accolto sia i ricorsi proposti dalla difesa di Scarano e Papa relativamente al profilo delle esigenze cautelari, sia il ricorso redatto nell’interesse di Basilicata. Tanto equivale a dire che dovrà a breve svolgersi un nuovo giudizio innanzi al Tribunale del riesame all’esito del quale Basilicata, Scarano, Papa e potranno ottenere il definitivo annullamento della misura cautelare a cui sono sottoposti. Il verdetto della cassazione, con il quale la Suprema Corte non ha ritenuto esistente nel caso di specie una vera associazione a delinquere, appare destinato ad incidere anche sul processo di merito che prenderà l’avvio il giorno 01.03.17 innanzi al giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale di S. Maria Capua Vetere.

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