NAPOLI – Carcere a vita piu’ diciotto mesi di isolamento totale. Questa e’ la condanna inflitta dalla terza sezione della Corte d’Assise di Napoli per l’omicidio del giovane tatuatore Gianluca Cimminiello, assassinato per gelosia professionale il 2 febbraio 2010 da un collega, Vincenzo Russo.
I giudici hanno accolto le tesi del pubblico ministero Gloria Sanseverino, che ha dimostrato come l’esecuzione sia stata decisa all’interno del gruppo degli scissionisti del clan Di Lauro, gli Amato-Pagano, nel quartiere di Secondigliano. Tra vittima e carnefice vi era gia’ stato uno scontro, nel quale Cimminiello aveva pesantemente percosso tre suoi aggressori, che appena qualche giorno prima avevano tentato intimorirlo per il presunto ‘sgarbo’ fatto a Russo, il quale aveva richiesto l’appoggio delle cosche criminali della zona. Il litigio nato da un fotomontaggio che la vittima aveva pubblicato su facebook, una foto che lo ritraeva mentre tatuava Ezequiel Lavezzi, l’attaccante del Napoli.