Aumenta il numero dei poveri, cresce sensibilmente la disoccupazione e si raddoppia il debito delle famiglie. E’ un quadro nerissimo quello descritto dal ‘Dossier sulle poverta” relativo ai dati del 2010 in Campania, stilato dalla delegazione regionale della Caritas. Lo studio si basa sulle 6.925 le persone transitate nei 27 centri di ascolto campani, ma poiche’ ognuno di essi va inserito nel proprio contesto familiare, il campione sale a circa 25mila unita’. Nel precedente dossier gli utenti erano 6.017, mentre rispetto al 2007 (3.166) la cifra e’ piu’ che raddoppiata.
Il 52,5% sono migranti, il 47,3% italiani, a dimostrare la crisi economica ha ridotto la distanza tra residenti e non, livellando tutti verso il basso. La percentuale delle donne (63,5%) continua a prevalere su quella degli uomini e resta immutato il profilo anagrafico, considerando che tre su quattro hanno un’eta’ compresa tra i 25 e i 54 anni. La meta’ dei poveri censiti dalla Caritas in Campania e’ coniugata e nella maggior parte dei casi vive con i familiari (83,5%). Nove unita’ su dieci hanno una fissa dimora, ma ci sono 464 senzatetto, in leggero aumento rispetto all’ultima rilevazione. Recandosi nei centri di ascolto, i nuovi poveri chiedono principalmente un lavoro, visto che il 65,5% sono disoccupati. C’e’ anche un 19,5% che, pur avendo avendo un’occupazione, non riesce a condurre una vita dignitosa. Incrociando i dati della Caritas con quelli dell’Istat si scopre che in Campania dal 2004 al 2010 si sono persi 177mila positi di lavoro, l’11,2% degli occupati. Un dato che colloca la regione sempre piu’ all’ultimo posto in Italia. Il terzo punto critico riguarda la crescita del debito delle famiglie. Negli ultimi otto anni, dalla data di introduzione dell’euro al 2010, e’ aumentato del 184,3% nella provincia di Napoli, che in questa graduatoria e’ terza a livello nazionale. Un gradino piu’ in alto c’e’ Caserta, dove l’incremento e’ stato 186,2%. In virtu’ del peggioramento delle condizioni socio-economiche, negli ultimi quattro anni e’ aumentato dall’87% al 98% l’indice di vecchiaia. “E’ ipotizzabile che gia’ nel 2012 – spiega il sociologo Ciro Grassini, il consigliere regionale della Caritas che ha lavorato alla compilazione del dossier – la Campania perdera’ il primato di regione piu’ giovane d’Italia”. Un primato negativo che resta, invece, e’ quello della migrazione di giovani. Dal 2000 al 2009, infatti, 108mila unita’ hanno lasciato la provincia di Napoli e nel 2010 c’e’ stato un ulteriore incremento del 3,1%. Per comprendere meglio la situazione, chiarisce Grassini, “basta considerare che la seconda provincia e’ Palermo con 29mila individui in uscita”. Per invertire la rotta, sottolinea il sociologo, le istituzioni “devono abbandonare la strada dell’assistenzialismo, che pure e’ cresciuto negli ultimi anni, e pensare a politiche serie per l’occupazione e lo sviluppo”. Dall’arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, arriva un appello al governo, affinche’ “si decida a prendere questo argomento sul serio proponendo soluzioni concrete, altrimenti c’e’ il rischio che la situazione possa sfuggire di mano, con l’esplosione di rivolte sociali che possono finire tragicamente”. Il cardinale fa notare che la poverta’ “non e’ una realta’ ineluttabile, che deve esistere obbligatoriamente, ma la conseguenza dell’assenza di politiche che ci permettano di guardare oltre” e sottolinea che “non si puo’ guardare alla Chiesa come a una fondazione benefica che risolva da sola il problema, anche perche’ non ne avrebbe i mezzi”.