E’ corsa da parte delle grandi banche italiane al riacquisto delle obbligazioni per rafforzare il capitale, viste le richieste dell’Eba e della autorita’ di vigilanza. Operazioni rese piu’ facili dal recente cambio delle norme da parte di Banca d’Italia (che le ha rese piu’ facili e allineate a quelle europee) e che mirano appunto a aumentare il patrimonio in modo ‘indolore’, senza ricorrere ad aumenti di capitale o ridurre gli impieghi all’economia. L’Eba intanto, che si riunisce l’8 e il 9 febbraio, fa sapere che la maggior parte dei piani presentati dalle banche europee sono in linea per la gran parte con lo spirito e la lettera delle richieste dell’autorita’.

L’attesa, da diverse settimane, e’ che l’autorithy ‘ammorbidisca’ la svalutazione sui titoli di stato in portafoglio in vista del consiglio Ue di marzo venendo incontro alle richieste delle banche e di diversi governi. Secondo il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari, molto critico con l’Eba, le banche in un momento difficile non aumentano il credito ma questo ”aumenta con un ritmo inferiore a quello dello scorso anno”. Peraltro Fitch ha tagliato i rating di 5 istituti italiani, confermando quello di Unicredit, con una decisione ‘a cascata’ di quella sul rating sovrano italiano. Intanto pero’ le banche italiane proseguono le misure di rafforzamento. Dopo Unicredit (che ha seguito la vecchia normativa) e ha incassato una plusvalenza di 532 milioni di euro e’ stato il turno del Banco Popolare e di Intesa Sanpaolo, la quale peraltro gia’ soddisfa ampiamente le richieste Eba ma ha evidentemente ritenuto di sfruttare il ‘momentum’ per accumulare fieno in cascina. Secondo gli analisti anche Mps e Ubi, oltre che Bpm, potrebbero seguire la stessa strada. Per risparmiatori e investitori non e’ un obbligo aderire alle offerte, che pagano peraltro un valore inferiore a quello nominale, ma le operazioni rappresentano un occasione per chi ha bisogno di liquidita’. Piazza Cordusio incassa cosi’ adesioni per 1,86 miliardi di euro, sul totale dei 3 miliardi oggetto dell’offerta, con una plusvalenza lorda di 532 milioni di euro e contribuendo cosi’ a rafforzare il patrimonio dopo l’aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro completamente coperto. Operazione simile lanciata anche dal Banco Popolare cui l’Eba ha chiesto un rafforzamento di patrimonio di oltre 2 miliardi di euro che saranno colmate con un ‘mix’ di misure. L’istituto veronese lancia cosi’ un buy back (con uno sconto del 17% rispetto al nominale) su strumenti per oltre 4 miliardi di euro che, secondo le stime degli analisti, dovrebbe raccogliere adesioni fra il 30 e il 50% del totale con un impatto positivo di 30 punti base e circa 250 milioni di euro netti. Una percentuale di adesioni simile e’ attesa anche per IntesaSanpaolo la quale ha avviato il riacquisto di strumenti per 3,75 miliardi di euro. In questo caso, secondo le attese del mercato, l’impatto sarebbe di 50 punti base.

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