Ha preso ufficialmente il via al Pascale il coordinamento della Rete Oncologica Campana (R.O.C.). Il modello operativo scelto è quello del Comprensive Cancer Center Network che tende a includere le strutture presenti sul territorio e a vario titolo competenti per la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del cancro. “Insomma, una griglia completa che definisce tempi certi e tempi giusti per un accesso alle cure più adeguate, sia per migliorare gli esiti, sia per intercettare una fetta consistente di pazienti che, per questa patologia, emigrano dalla Campania”, si legge in una nota. Nell’aula consiglio dell’Istituto dei tumori di Napoli, si sono dati appuntamento i rappresentanti dei CORP/CORPUS della rete oncologica: Pascale, Federico II, Luigi Vanvitelli, Cardarelli, Ospedali dei Colli, Moscati, Rummo e San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. I Centri Oncologici di Riferimento Polispecialistico “hanno riconosciuto nel Pascale la funzione di coordinatore della Rete, individuando nello stesso il luogo dove definire le modalità di cooperazione per l’immediato avvio delle attività”. La Rete Oncologica Campana prevede l’istituzione da parte delle Aziende individuate quali CORP, dei Gruppi Oncologici Multidisciplinari (GOM), specifici per la singola patologia neoplastica. Le figure professionali fondamentali che compongono il GOM sono l’oncologo medico con il ruolo di coordinatore, il chirurgo, il radioterapista e l’infermiere Case manager, essenziale per la presa in carico del paziente e per l’attuazione delle procedure di integrazione con gli altri punti della rete e con il territorio. Possono far parte dei GOM anche specialisti provenienti da altre strutture del territorio regionale campano, con specifiche e qualificate competenze in ambito oncologico ed individuati dalle proprie direzioni generali. Spetta ai GOM indirizzare i cittadini e i pazienti presso i centri della Rete abilitati all’erogazione delle cure del caso. Un aspetto determinante della Rete oncologica, inoltre, è la definizione della tempistica con cui dovranno essere effettuate le procedure previste dal piano diagnostico terapeutico assistenziale.