Gravi accuse di collusione con il gotha della camorra casertana sono state lanciate dal pentito eccellente Antonio Iovine, ex capoclan, all’ex sindaco di Trentola Ducenta (Caserta) Michele Griffo, imputato al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nella realizzazione e gestione del centro commerciale Jambo. “Griffo – ha affermato Iovine, detto ‘O ninno”, collegato in video-conferenza – ha sempre risposto alle esigenze del clan Bardellino e poi dei Casalesi. Io lo incontrai la prima volta a casa di mio padre tra il 1985 e il 1986, quando lui era già primo cittadino; dovevamo parlare di un appalto da tre miliardi delle vecchie lire che coinvolgeva i comuni di Parete e Trentola e che si aggiudicò l’azienda di mio fratello. Nel 1996 Griffo avviò poi i rapporti con Michele Zagaria proprio nel periodo in cui si doveva iniziare a realizzare a Trentola Ducenta il centro commerciale Jambo”. “Quanto investì Zagaria per entrare nella società che costruì e gestì il centro?” ha chiesto il pm della Dda di Napoli Luigi Landolfi. “Circa un miliardo e mezzo delle vecchie lire – ha risposto Iovine – ma prima dovette estromettere dalla società l’imprenditore Gaetano Balivo, che minacciò facendo valere la forza di intimidazione del clan. Quindi divenne socio di Alessandro Falco (proprietario formale del Jambo e imputato nel processo, ndr). Il sostituto antimafia ha posto domande sul rapporto che c’era tra Iovine e Zagaria. “Dal 1996 al 2003 – racconta il collaboratore di giustizia – stavamo sempre insieme, e trascorrevamo con le famiglie la vacanze estive; per tre mesi all’anno, inoltre, eravamo all’estero, tra Portogallo, Francia e Grecia. Proprio in Francia, a Colmar, frequentavano il centro commerciale Leclerque, da cui traemmo ispirazione per il Jambo” conclude Iovine. Il processo è stato rinviato al 13 aprile.