I carabinieri del Ros di Napoli hanno arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli il 65enne Antonio Orlando Manzi, ritenuto esponente del clan Graziano di Quindici (Avellino) e il 54enne Raffaele Fiorinelli, accusati di aver gestito l’attività di acquisto e cessione di elevati quantitativi di droga tra il territorio casertano e il Basso Lazio con la complicità di esponenti di spicco del clan dei Casalesi; per tali reati però il Gip ha escluso l’aggravante mafiosa. Il magistrato ha inoltre rigettato la richiesta di misura avanzata dalla Dda di Napoli per altri 28 indagati, che rispondevano di reati più gravi come l’associazione mafiosa e l’estorsione, non avendo ritenuto sussistenti le esigenze cautelari. Il provvedimento restrittivo è stato così emesso solo per Manzi e Fiorinelli; il primo è stato catturato a Tivoli, il secondo a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) mentre altri quattro indagati rispondono di associazione mafiosa. L’inchiesta è una costola dell’operazione “Azimut” che nel 2015 colpì con 19 arresti le famiglie Zagaria e Iovine del clan dei Casalesi. Per gli inquirenti due esponenti della famiglia Iovine, i fratelli Salvatore e Mario (solo omonimi del pentito ed ex capoclan Antonio Iovine, ndr), nipoti di Mario Iovine, fondatore con Antonio Bardellino del clan dei Casalesi ucciso nel 1991 a Cascais in Portogallo, avrebbero organizzato un fiorente traffico di droga dopo la cattura di Michele Zagaria, avvenuta nel dicembre 2011, approfittando del conseguente vuoto di potere venutosi a creare; determinanti sono stati i contatti con Manzi, esponente del clan irpino dei Graziano, trasferitosi poi a Tivoli, che avrebbe contribuito ad alimentare il traffico avviato dalla camorra casertana nel Basso Lazio, ponendosi come emissario poi della cessione di oltre 10 kg di hashish al trafficante Fiorinelli; la droga, sequestrata nel 2013, era destinata alle località balneari marchigiane.