L’appalto principale al centro dell’inchiesta riguarda il servizio di pulizia, facchinaggio, movimentazione merci, portierato, manutenzione delle aree verdi e gestione della morgue, delle strutture ospedaliere Santobono-Pausilipon e Annunziata di Napoli. Si tratta di un appalto, per la durata di tre anni, prorogabili per altri due, per un importo di 11 milioni e 500 mila euro. I particolari dell’indagine sono stati illustrati dal procuratore reggente di Napoli, Nunzio Fragliasso, dal procuratore aggiunto e coordinatore della DDA Filippo Beatrice, e dal dirigente della Squadra Mobile di Napoli Fausto Lamparelli. Secondo l’accusa sarebbero stati corrotti il presidente della Commissione di gara, il dirigente medico Pasquale Arace, il responsabile dell’ufficio legale, Guglielmo Mamma, e il capo sala del reparto di chirurgia, Giorgio Poziello. A questi sarebbe stata promessa la somma di 200mila euro – elargita solo in parte – per ottenere nel luglio-agosto del 2014, l’aggiudicazione dell’appalto. A fronte dell’affidamento dell’appalto, erano stati concordato il pagamento di una tangente pari al 2 per cento dell’importo: tra dicembre 2014 e ottobre 2015, sarebbero stati erogati 55mila euro. L’accusa di corruzione si riferisce anche all’assunzione da parte di Pietro Cioci, titolare di una delle società della Ati (Associazione temporanea di imprese) che si aggiudicò l’appalto, della compagna di Arace e il pagamento delle spese per farle conseguire la patente di guida.

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