Il Gip di Napoli Tommaso Perrella deve decidere sull’istanza di archiviazione avanzata dalla Procura di Napoli nel procedimento per diffamazione avviato a fine 2015 da Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano di Napoli suicidatasi nel settembre scorso dopo la diffusione on-line di video hot che la ritraevano. Nell’indagine sono indagate sei persone, in particolare i cinque ragazzi cui la Cantone inviò i video poi divenuti virali e il padre di un giovane cui era intestata l’utenza telefonica alla quale arrivarono le immagini. Nell’udienza tenutasi oggi, Giuseppe Marazzita, avvocato penalista di Teresa Giglio (la madre di Tiziana), ha ribadito la richiesta che il Gip respinga l’istanza e che si facciano ulteriori indagini. La Procura aveva chiesto l’archiviazione perché non era emersa la prova che fossero stati i cinque ragazzi, cui Tiziana aveva inviato i video in un gruppo su WhatsApp, a divulgare sul web quelle immagini divenute un incubo per la 31enne, tanto da costringerla a farla finita; l’ufficio inquirente ha poi aperto un fascicolo per calunnia a carico dell’ex fidanzato di Tiziana, Sergio Di Paolo, ritenendo che fosse stato lui a convincere la ragazza a querelare i cinque e a indicarli come i responsabili della diffusione on-line dei video incriminati.


 

 

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