E’ scontro in aula alla Camera sul decreto ‘svuota carceri’ su cui il governo ha posto la questione di fiducia. La richiesta dell’esecutivo di ‘blindare’ il provvedimento, ha scatenato infatti la reazione dei deputati della Lega che hanno accolto le parole del ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, che formalizzava la richiesta di fiducia, con una salva di fischi, grida di disapprovazione e cori ‘vergogna vergogna’. Polemica anche la posizione dell’Idv, che annuncia il suo ‘no’ al decreto, giudicato “l’ennesimo tampone che manda a casa un po’ di criminali ma non da’ sicurezza”.
Il provvedimento sara’ licenziato martedi’ prossimo, mentre la fiducia sara’ votata domani a partire da mezzogiorno, al termine delle dichiarazioni di voto che inizieranno alle 10,15. Il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha spiegato che il governo ha deciso di intervenire con un decreto perche’ la situazione richiede un intervento tempestivo e la materia risponde ai requisiti di necessita’ e di urgenza. “Dal punto di vista della Lega posso comprendere le ragioni politiche” della protesta – dice il Guardasigilli – ma “porre la fiducia sul decreto ‘svuota carceri’ era assolutamente necessario”. Severino ha ricordato che la Lega aveva presentato circa 600 emendamenti e preannunciato il suo ostruzionismo a oltranza e ha sottolineato che “il voto di fiducia era una necessita’ a cui non ci si poteva sottrarre. Il problema e’ esclusivamente legato ai tempi”. Severino ha ricordato anche che “nessun delinquente pericoloso sara’ lasciato libero di camminare per le strade italiane. Lo voglio sottolineare con forza perche’ ci sono molti fraintendimenti”. Ma l’attacco della Lega e’ frontale: “La richiesta di fiducia posta dal governo e’ vergognosa”, dice il vicepresidente dei deputati del Carroccio, Maurizio Fugatti. “Con una maggioranza di oltre cinquecento deputati l’esecutivo non e’ in grado di far funzionare il Parlamento ed e’ costretto a mettere la fiducia per non scoprire le problematiche interne”, aggiunge. Secondo Fugatti “questo voto e’ una sconfitta del Parlamento e il governo dei tecnici dimostra ancora una volta di non rispettare la volonta’ popolare sia in Aula che nelle televisioni”. Da Tunisi, e’ Pier Luigi Bersani a difendere l’esecutivo: “Quando le cose non si aggiustano nelle sedi parlamentari il governo deve dire una parola chiara e credibile”, ha detto a margine della sua visita in Tunisia. Alla Lega invece il segretario Pd dice “proprio loro protestano? A quante fiducie ci hanno messo davanti?”. Resta, per Bersani, il fatto che il governo “davanti a difficolta’, alcune delle quali inquietano, perche’ vengono da chi dovrebbe sostenere il governo, fa bene a prendere le sue decisioni”. Il decreto varato dal Consiglio dei ministri a meta’ dicembre, stabilisce una serie di misure per contrastare il sovraffollamento delle carceri italiane e prevede tra l’altro l’ampliamento della possibilita’ di detenzione domiciliare. Il provvedimento consente l’uscita progressiva dal carcere di circa tremilatrecento detenuti e innalza fino a 18 mesi la pena residua che si puo’ scontare ai domiciliari. Altre misure introducono la possibilita’ dei domiciliari per gli arrestati in flagranza che siano accusati di alcuni reati minori, prevede l’utilizzo delle celle di sicurezza presso le caserme e le questure e riduce da 96 a 48 ore il tempo per la convalida dell’arresto da parte del magistrato. Il decreto assegna inoltre 57 milioni all’edilizia carceraria.