Le Maldive scivolano verso il caos, non solo la capitale Malé, e cresce la preoccupazione per le centinaia di migliaia di turisti che popolano in questo periodo i paradisiaci atolli dell’arcipelago. A 24 ore dal colpo di Stato che lo ha costretto alle dimissioni, il presidente Mohamed Nasheed, detto anche ‘il Mandela delle Maldive’, è tornato in piazza alla testa di migliaia di membri del Partito democratico (Mdp), chiedendo le dimissioni del suo successore ed ex vice, Mohamed Waheed Hassan, e “lo svolgimento immediato di nuove elezioni”. Poi sono scoppiati gli scontri con la polizia, con decine di feriti tra i dimostranti.
E la tensione è esplosa anche in alcuni atolli dell’arcipelago, con assalti alle caserme ed ai commissariati: 250 detenuti del carcere su un’isola nei pressi della capitale si sono scontrati con le guardie carcerarie. Mentre non è stata confermata la morte di una donna negli scontri odierni. A Malé, dopo aver arringato i militanti, Nasheed si è messo alla testa di un corteo che nella centrale Republic Square si è scontrato con la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni e sfollagente al lancio di pietre e bombe molotov. Lo stesso Nasheed, hanno riferito testimoni oculari, è rimasto ferito al capo, insieme ad altre decine di seguaci, ed é stato ricoverato brevemente in ospedale. Colonne di fumo si sono levate nel cielo della capitale. Gli incidenti in serata sono diminuiti di intensità, ma folti gruppi di attivisti del Mdp hanno bloccato importanti strade nel centro e alla periferia della città. Cruente le decine di immagini pubblicate sui social network, con i testimoni che riferiscono di “donne picchiate selvaggiamente” e diversi deputati del partito del deposto presidente arrestati o feriti. Malgrado le tensioni, fonti diplomatiche italiane hanno detto all’ANSA che non c’é allarme nella comunità italiana, formata di poche decine di residenti e di turisti, alloggiati tutti nei differenti atolli maldiviani e quindi “molto lontani dai disordini”. Ma per il sindaco della capitale, Abdulla Sodig, i turisti sono invece in pericolo, perché “in molte isole la gente si sta rivoltando contro la polizia, assaltando le stazioni. Naturalmente questo crea situazioni di pericolo”. In serata autorità locali hanno segnalato che i disordini si sono estesi in particolare a due atolli, Addu e Thinadhoo. Ad Addu è stato appiccato il fuoco ai commissariati di polizia di Gan e Feydhoo. I dimostranti hanno poi attaccato una unità dei vigili del fuoco, per cui le fiamme hanno continuato a espandersi. A Thinadhoo i manifestanti hanno attaccato il commissariato di polizia, il tribunale locale e l’ufficio del Consiglio dell’atollo. Occupati anche il commissariato di polizia e il tribunale ad Alifushi, nell’atollo di Raa. Nelle sue prime dichiarazioni dopo la rinuncia, Nasheed ha denunciato oggi di essere stato vittima di “un colpo di stato” attuato da settori di polizia ed esercito. Fatto sorprendente perché, ricordano gli analisti, se era noto che la polizia rispondeva all’ex presidente-dittatore Maumoon Abdul Gayoom, l’esercito era considerato vicino all’ex capo dello Stato. “Torneremo nuovamente al potere – ha proclamato arringando la folla – perché non arretrerò mai. Non accetterò questo golpe e porterò la giustizia ai maldiviani”. E le accuse di ‘golpismo’ al presidente Waheed sono state rinnovate anche dall’ex ministro degli Esteri, Ahmed Naseem, che lo ha indicato ai giornalisti come “il grande burattinaio” dell’operazione. Ma nella sua conferenza odierna in cui ha rivolto un appello ai partiti affinché lavorino “alla formazione di un governo di unità nazionale”, il capo dello Stato ha respinto le accuse rivoltegli, ribadendo di “essere stato all’oscuro di quanto accadeva”. “Vi sembro uno che è capace di tramare un colpo di stato?”, ha esclamato, assicurando poi che “non c’era alcun piano. Io non ero affatto preparato” ad intervenire. Da parte sua Paul Roberts, consigliere britannico dell’ex presidente, ha rivelato all’emittente Ndtv di New Delhi che “avevamo chiesto al governo indiano di intervenire militarmente a sostegno del presidente. L’India – ha aggiunto – deve uscire dalla sua neutralità e decidere chi appoggia”. Infine, si è appreso che domani arriverà a Malé una delegazione dell’Onu guidata dall’assistente segretario di Stato Oscar Fernandez-Tarranco, seguita da una del Commonwealth e, forse, della Unione europea (Ue).