“Il Governo non ritiene condivisibile che una parte rilevantissima del debito del Comune nei confronti del suddetto consorzio venga accollata dallo Stato”. Lo dice nell’Aula della Camera il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore in risposta ad un’interpellanza di Arturo Scotto in merito al contenzioso tra il Comune di Napoli e il consorzio C.r.8 nell’ambito della gestione della ricostruzione post sisma del 1980 ed all’affidamento al consorzio stesso da parte del sindaco protempore, nella sua qualità di commissario straordinario del Governo, della programmazione e dell’attuazione degli interventi di edilizia residenziale ed infrastrutturali. In particolare, dopo un iter giudiziario particolarmente complesso, la Corte di Appello di Napoli, con sentenza numero 39 del 2016, ha confermato un lodo arbitrale del 2004. Avverso la sentenza pende attualmente ricorso per Cassazione. A seguito di una attività transattiva tra le parti, il pignoramento originariamente disposto a carico del Comune di Napoli e a favore del consorzio C.R. 8 per circa 83 milioni di euro più interessi è stato oggetto di parziale rinuncia, come ha ricordato Migliore. “Il Governo, non appena investito della questione, con leale spirito di collaborazione istituzionale, ha ritenuto di convocare appositi incontri presso Palazzo Chigi con i rappresentanti del comune di Napoli e il commissario straordinario di Governo per il contenzioso e il trasferimento delle opere di cui alla legge n. 219 del 1981”, sottolinea Migliore. Ma, evidenzia il sottosegretario, “nonostante tali incontri e le ulteriori interlocuzioni, non è ancora condivisa tra comune e Governo, come è stato evidenziato, la quota di debito imponibile allo Stato”. Non è condivisibile, per Migliore, “che una parte rilevantissima del debito del Comune nei confronti del suddetto consorzio venga accollata allo Stato”. E questo, “sulla scorta degli atti processuali nonché delle indicazioni fornite dal Commissario straordinario di Governo per il contenzioso e il trasferimento delle opere di cui alla legge n. 219 del 1981, ritiene”. Migliore riferisce le considerazioni a sostegno della posizione del Governo. “In primo luogo, non si può prescindere dalla constatazione che gli oneri oggetto di contenzioso sono legati a eventi successivi al 31 marzo 1996, quindi alla gestione della ricostruzione affidata al sindaco di Napoli protempore. In secondo luogo, risulta che il Comune non si sia adeguatamente difeso nelle sedi giudiziarie e stragiudiziali competenti, in particolare – e qui è il punto – non eccependo l’errore materiale in cui è incorso il collegio arbitrale nel computo degli interessi. Infatti, gli interessi erano pari a euro 2.132.000,15, e il collegio arbitrale ne ha invece computati ben 22.913.200,14, con una differenza di più di 20 milioni di euro, per errore materiale non eccepito in nessuna sede dal comune di Napoli. Né il comune di Napoli può imputare allo Stato la mancata iscrizione nel proprio bilancio comunale della necessaria provvista di risorse a valere sul Fondo rischi, previsto dalla legislazione contabile vigente, per gli oneri derivanti dal contenzioso”. “Il Governo, pertanto, ribadendo le obiettive divergenze di valutazione esistenti al momento in merito alla ripartizione del quantum degli oneri inerenti il contenzioso per il consorzio C.R. 8, è aperto a ogni ulteriore confronto con i rappresentanti del comune di Napoli per addivenire alla soluzione più rapida, equa e ragionevole della vicenda”, conclude Migliore.