La carriera giudiziaria per lui sembra finita, quantomeno in Spagna, ma non e’ escluso che come altri magistrati celebri europei ora si dia alla politica. Baltasar Garzon, il celebre e discusso giudice spagnolo condannato oggi dal Tribunale supremo di Madrid per avere fatto intercettare conversazioni in carcere fra i presunti capi di una trama di corruzione politica legata al centrodestra e i loro avvocati, in violazione del diritto della difesa, e’ da tempo una icona della sinistra e la bestia nera della destra iberica, osannato all’estero e discusso in patria.

Da 22 anni giudice dell’aula 5 della Audiencia nacional di Madrid, ha indagato sulle cause piu’ spinose della Spagna postfranchista: il terrorismo basco, gli ‘squadroni della morte’ del Gal, e la loro ‘guerra sporca’ contro l’Eta, la corruzione politica, i crimini delle dittature in Cile e Argentina, gli scomparsi della Guerra Civile, anche se solo per due mesi, per chiudere l’inchiesta dopo avere ‘constatato’ l’effettiva morte del dittatore Francisco Franco. Riusci’ a fare arrestare per qualche giorno nel 1998 Augusto Pinochet a Londra, tento’ di incriminare, senza successo, Silvio Berlusconi per presunti illeciti fiscali nella gestione della tv Telecinco. E’ stato deputato socialista e sottosegretario nel governo di Felipe Gonzalez all’inizio degli anni 1990. La destra spagnola non lo ama. L’attuale premier Mariano Rajoy nel 2008, quando Garzon alla vigilia delle cruciali elezioni basche denuncio’ una trama di presunta corruzione vicina al Partido Popular, e poi ando’ a caccia con il ministro della Giustizia socialista, parlo’ di ”uso politico della giustizia”. Il conservatore El Mundo ha piu’ volte denunciato la ‘smania di protagonismo’ e le ‘garzonadas’ del giudice piu’ celebre di Spagna, sospettato di una sorta di ‘complesso di onnipotenza’. Garzon e’ invece difeso a spada tratta dalla sinistra madrilena, che denuncia un tentativo di ”linciaggio” nei suoi confronti per – sostiene – avere cercato di indagare sul franchismo, e dalla maggior parte dei colleghi magistrati in Spagna e all’ estero, soprattutto in America Latina, che hanno lanciato appelli in sua difesa. La stessa procura di Madrid si e’ opposta alla sua incriminazione nelle tre cause aperte dalla Corte Suprema contro di lui, e poi ha chiesto che venisse assolto.

 

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