La Siria al centro di una una delle giornate piu’ sanguinose degli ultimi mesi di proteste. Carri armati ad Hama, fuoco contro la popolazione, violenta repressione a Damasco ed Homs: il giro di vite del regime di Bashar al Assad conta 136 morti nel fine settimana. Tra le vittime anche numerose donne e bambini. Lo riferiscono attivisti per i diritti umani. E una dura condanna e’ arrivata dall’intera comunita’ internazionale. Dopo l’Italia, anche la Germania, attraverso il suo portavoce Alexander Eberl, ha richiesto ieri sera una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Berlino, che ha ceduto oggi la presidenza di turno del Consiglio all’India, ha auspicato che l’Assemblea possa riunirsi gia’ a partire da oggi. Ferma condanna anche da Londra, che ha denunciato un uso della forza ingiustificato, ”tanto piu’ scioccante” perche’ alla vigilia del Ramadan, che inizia proprio oggi. Il presidente americano Barack Obama si e’ detto ”sconvolto” e ha assicurato che Washington fara’ di tutto per tentare di isolare Assad e il suo governo. Anche lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban ki-moon, ha ”condannato vigorosamente l’uso della forza contro la popolazione civile”. La Turchia ha chiesto a Damasco di mettere fine a operazioni militari ”che non portano ad alcuna soluzione”, mentre il Canada ha definito l’irruzione dell’esercito ad Hama ”un brutale attacco contro manifestanti pacifici”. Altola’ di Russia, Cina, Sud Africa, India e Brasile – il blocco contrario ai bombardamenti della Nato in Libia – ad una riunione del Consiglio di sicurezza Onu sul conflitto siriano. Mosca e Pechino hanno gia’ avverito che porranno il veto ad una eventuale risoluzione varata contro il governo di Assad.