Il deputato di Forza Italia ed ex presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro è stato interrogato oggi in procura nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni della camorra nella gestione del Pip, Piano di insediamento produttivo a Marano, comune a nord di Napoli. Cesaro è indagato per l’ipotesi di reato di minacce a pubblico ufficiale aggravato dalla finalità mafiosa per presunte pressioni esercitate su un architetto, funzionaria del comune di Marano incaricata dei controlli sulle opere realizzate nell’ambito del Piano, tra cui alcune costruite dall’impresa di Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del parlamentare, arrestati nelle scorse settimane. Assistito dall’avvocato Vincenzo Maiello, il deputato ha risposto per oltre un’ora alle domande dei pm della Dda Maria Di Mauro e Giuseppe Visone e del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. A quanto si è appreso, Cesaro ha respinto le accuse, consistenti in presunte frasi intimidatorie nei confronti della funzionaria (con l’invito a ”vedersi bene le carte” perché era ”tutto a posto”), pronunciate dall’ex sindaco di Sant’Antimo Luigi Vergara, che era stato incaricato dai fratelli Cesaro perché contattasse la funzionaria: i Cesaro – secondo quanto riferito ai pm – ritenevano infatti che i controlli effettuati fossero eccessivi. Cesaro ha escluso che siano state esercitate pressioni, minacce o intimidazioni nei confronti della funzionaria, che ha affermato di conoscere e stimare da tempo, da quando egli stesso rivestiva la carica di sindaco di Sant’Antimo.

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