In Campania diminuiscono gli illeciti ambientali, ma la regione mantiene il primato negativo di ‘cuore’ dell’ecomafia nazionale. Così il rapporto 2017 di Legambiente sui reati ambientali, che lo scorso anno in Campania sono stati 3.728: il 14,7% di quelli nazionali, con una media di 10 reati al giorno e 86 clan a gestire gli affari. Tuttavia nel 2016 Campania diminuiscono gli illeciti ambientali(-12,8%) a testimoniare una sempre maggiore efficacia dell’azione investigativa e repressiva. Dal primo gennaio 2010 al 31 maggio 2017 in Campania si sono registrate 43 inchieste, pari al 12% del totale nazionale, ben 318 arresti, 329 denunce e 22 sequestri. “La diminuzione degli illeciti ambientali – commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania – rappresenta un segno di speranza per un territorio violentato da decenni. La strada è ancora lunga e sono necessarie risposte concrete dalla politica, a partire dalla vergognosa storia del risanamento dei territori dove su circa 2000 siti contaminati nella Terra dei Fuochi per circa il 74% nessuna attività di bonifica è stata svolta, solo per 0,8% sono stati svolti o sono in corso gli interventi di bonifica. Siamo convinti che la Campania con le sue buone pratiche in campo imprenditoriale, civile e sociale è in grado assumere un ruolo da protagonista per il rilancio della nostra economia sotto il segno dell’efficienza, dell’innovazione e della sostenibilità”. Sono in aumento i reati contestati nella gestione dei rifiuti, dove la Campania si conferma maglia nera a livello nazionale, nel 2016 sono stati 936 le infrazioni accertate con una crescita di quasi il 50% rispetto anno precedente, con 1.151 le persone tra denunciate e arrestate (+83%), e con 463 sequestri. La classifica regionale vede la provincia di Napoli maglia nera, prima a livello nazionale, con 388 infrazioni, 559 persone tra denunciate e arrestate e 303 sequestri, seguita da Avellino con 105 infrazioni accertate e 89 persone denunciate e 13 sequestri. Terza la provincia di Salerno con 84 infrazioni e 76 persone denunciate e 36 sequestri, poi Caserta con 52 infrazioni accertate, 39 persone denunciate e 30 sequestri. Chiude Benevento con 51 infrazioni, 45 persone denunciate e 14 sequestri. La Campania si conferma purtroppo anche crocevia del mattone selvaggio con il 18% delle infrazioni su scala nazionale, con 764 reati accertati, 855 persone denunciate e 234 sequestri. In tema di cemento e manufatti abusivi, eclatante è il caso del Parco nazionale del Vesuvio dove, dal 1997 al 2012, sono state emesse 1.778 ordinanze di demolizione di fabbricati. Gli abbattimenti eseguiti, però, sono stati appena una quarantina. Migliaia di pratiche di condono giacciono inevase: qui, un abitante su cinque ne ha una aperta e l’80% riguarda residenze, mentre il restante 20% è riferito a manufatti destinati ad attività produttive. Un quadro che rispecchia anche altre aree protette della Campania, come il Cilento, la Costiera amalfitana e la penisola sorrentina, i Monti Lattari, fino al caso limite dell’isola di Ischia, ricorda il dossier di Legambiente.