SAN NICOLA LA STRADA – Riceviamo e pubblichiamo la nota del consiglire comunale Lucia Annunziata che apre una riflessione sulla raccolta differenziata in città . “A San Nicola la Strada la percentuale della differenziazione dei rifiuti supera il 45%. Ultimamente si è nella fase di transizione verso la raccolta “porta a porta”. Il punto comunque è un altro. Non sono riuscita a trovare un computo dei costi e dei benefici che una politica di questo genere comporta. Senza nulla togliere alle preferenze della cittadinanza, mi piacerebbe moltissimo che ci fosse stato un qualche ingegnere “laico” in grado di presentare un conto dettagliato dei costi reali dell’operazione.
Da quello che vedo ho l’impressione, e un’impressione non è una misura, che i costi siano lievitati, non poco, grazie al maggior uso di camion per la raccolta differenziata (con relativo inquinamento), al maggior impiego di ore lavoro, ai maggiori costi dei sacchi, sacchetti, recipienti piccoli e grandi, spazio riservato negli appartamenti e sulla strada per i recipienti di raccolta e quote condominiali. Potrei comprendere questo sacrificio se portasse ad un vero risparmio economico e ad un beneficio sanitario. Sono tempi difficili e ogni risparmio può essere apprezzabile. Purtroppo, in mancanza di un’analisi dei costi e dei benefici, non posso non pensare che si sia trattato di un ulteriore sacrificio solo per i cittadini. Costa fatica, crea polemiche, ma alla fine il cittadino ci guadagna? Esperti , economisti e tecnici non hanno dubbi: prima si inizia a farla, prima ammortizzi i costi. Ma, alla fine, il vantaggio è soprattutto sui costi ambientali oltre al fatto che ci sono obblighi di legge da rispettare (entro il 2014 si deve arrivare al 65 per cento) e comunque, bisogna prima spendere risorse.
Ma, alla fine, il contribuente quanto e quando guadagna? Uno studio di Bain Company (su incarico di Federambiente) offre queste cifre: si pagano mediamente 64 euro a tonnellata per l’indifferenziata (ma si arriva anche a 106) contro i 123 euro a tonnellata di differenziata sugli imballaggi e 105 euro per la frazione organica. Però, più il sistema della differenziata si perfeziona e dura nel tempo, più le cose cambiano. La logica del cassonetto comporta costi elevati a livello di smaltimento dei rifiuti. Con la differenziata, a regime, secondo gli esperti si riducono i quantitativi da smaltire perché l’utente è spinto a selezionare lo scarto domestico senza accettare la logica del butto comunque. Senza contare il fattore ambientale e che la si deve fare per legge.
Ma quando si guadagna?
Il nodo da chiarire, al di là di obblighi di legge e valutazione dei benefici economici sul piano ambientale, è quello dei Consorzi che riciclano il materiale raccolto. A quel punto con i ricavi si potranno ridurre le tasse sui rifiuti? Per il nostro Comune, mancano dati e raffronti. Si può fare l’esempio del Comieco, il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi che offre questo listino: da 85 euro a 145 euro a tonnellata di materiali «selezionati e confezionati in balle esenti da materiali impropri». Ma il rapporto tra costi di smaltimento e guadagni da riciclo non sarà mai in attivo per l’utente finale, perché i contratti con le ditte non prevedono che i proventi della differenziata vengano restituiti ai cittadini, ma restano a loro esclusivo vantaggio. Ci è stato annunciato che la differenziata del futuro sarà legata a ticket legati al quantitativo di ciò che si getta. Ma quali vantaggi economici trarranno i cittadini. Forse l’Amministrazione comunale abbasserà il tributo per la raccolta? Oppure incasserà tutti i proventi, alla faccia degli utenti che devono dividere i rifiuti per categoria, depositarli nei rispettivi contenitori, portare gli stessi in giorni definiti e ad un posto indicato. Fate uno sforzo, rispondete almeno una volta chiaramente ai Sannicolesi.
Ed ora facciamo qualche calcolo:
Nel 2010 con il Sindaco Pascariello, la raccolta differenziata aveva raggiunto il 30% , sappiamo che in bilancio per il conferimento dei rifiuti in discarica erano preventivati circa 600.000,00 euro per la provincia e 300.000,00 euro per l’umido per un totale di 900.000,00 euro solo per smaltire i rifiuti. Ora se i sannicolesi hanno differenziato il 30% vuol dire che in un anno abbiamo risparmiato 180.000,00 € (il calcolo lo abbiamo effettuato solo per la discarica). A noi risulta che questi soldi per i rifiuti non sono stati scorporati dalla tassa che paghiamo, infatti anche per il 2011 sono stati previsti nel bilancio 600.000,00 euro per la discarica e 300.000,00 euro per l’umido.
Passiamo al 2011: abbiamo ricevuto dei dati da parte dell’assessore all’ambiente degli ultimi 7 mesi, (cioè da quando l’IMPRESUD con affido diretto è subentrato alla jacta), su cui abbiamo dei dubbi.
Innanzi tutto, sappiate che risulta che a San Nicola ogni cittadino produca ogni anno circa 553 chili di immondizia, contro i circa 300 dell’era Pascariello che corrispondevano alla media in Campania. Sempre dai dati ricevuti, risulta che il conferimento dei materiali che dovrebbe andare in discarica, solo nei 7 mesi di raccolta da loro effettuati, sia di 4966 t, se le moltiplichiamo per 150,00 euro (prezzo a t per il conferimento in discarica attuato dalla provincia) si ottengono circa 750.000,00 euro, cifra già al di sopra della quota prevista in bilancio che è solo di 600.000,00 euro.
Inoltre se solo con il 35% si riesce a differenziare:
– circa 260 t di carta e cartone da imballaggio che si vende a circa 120,00 euro a tonnellata,
– circa 244 t di carta e cartone normale che si vende a circa 60,00 a tonnellata
– circa 241000 Kg tra lattine di ferro 10centesimi al Kg e di alluminio 30 centesimi al Kg
– oltre al vetro ed altro
Ci chiediamo: la ditta con i nostri sforzi quanto guadagna? Provate a farvi i conti.
Io un’idea me la sono fatta e presto chiederemo chiarimenti in consiglio.