“Mi sembra sia passata inosservata la decisione da parte del Comune di Napoli di ridurre la pressione di 600 litri al secondo nei rubinetti cittadini. Da almeno tre mesi a Napoli si vive un’emergenza idrica strisciante con il sindaco e l’assessore all’ambiente che dicono e non dicono. E va da sé che quando qualcosa dicono è soltanto per mettere le mani avanti: se tra qualche giorno o settimana (non lo sappiamo) a Napoli dovesse mancare l’acqua è perché non piove e se dovesse piovere è colpa della Regione”, così Valeria Valente, deputata e consigliera comunale PD. “Da parte nostra – prosegue – ci limitiamo a ricordare ai napoletani che le crisi delle sorgenti del Serino gestite da ABC non rappresentano affatto un evento eccezionale, bensì un fenomeno ciclico (la riduzione più grave della portata d’acqua di queste sorgenti si verificò nel 2002). Oggi come in passato i rubinetti dei napoletani sono alimentati grazie a prelievi straordinari effettuati dai sistemi di alimentazione idrica regionali mediante un meccanismo solidale di gestione della crisi che ha consentito a Napoli di non avere i problemi di erogazione che già si sono verificati in altre zone della Campania. Dunque la riduzione della pressione nelle condotte cittadine decisa dal Comune qualche giorno fa a cosa è dovuta? L’assenza di informazioni e di trasparenza da parte di Abc è pari soltanto alla mancanza di strategie e di governance in un’azienda che ha cambiato 20 amministratori in quattro anni con a capo oggi l’ennesimo commissario che non sa che pesci prendere”. “Ci chiediamo, infatti, che cosa ha fatto l’Abc negli ultimi anni per prevenire le emergenze idriche che con il mutamento climatico diventano sempre più probabili e prevedibili. Per esempio, cosa si è fatto per completare la riattivazione dei pozzi realizzati da Arin dieci anni fa a San Felice a Cancello con impiego di ingenti finanziamenti pubblici. Lavori di manutenzione che dovevano essere eseguiti da tempo per non mandare in malora impianti strategici per Napoli e che ci risulta siano stati invece avviati in fretta e furia appena qualche settimana fa con la solita formula della “somma urgenza”. E chissà quando potremo sapere quanto ci sono costati questi lavori e con quali fondi sono stati effettuati, dato che per Abc siamo ancora in attesa di conoscere il bilancio del 2014! Invece, se questi lavori saranno stati tempestivi e utili per scongiurare l’emergenza, lo sapremo probabilmente tra poco.” “Per il resto, registriamo con tristezza che l’assessore Del Giudice vorrebbe far passare il dato del 35% di perdite sulla rete idrica come un record, dimenticando che è esattamente lo stesso certificato da Arin nel 2011. L’unica certezza, quindi, oggi, è che la giunta de Magistris è riuscita a trasformare anche il tema terribilmente serio del servizio idrico in una pagliacciata, esponendo l’azienda fiore all’occhiello della città da oltre un secolo al tracollo gestionale e finanziario, mentre i due principali obiettivi che motivarono la trasformazione di Arin in Acqua Bene Comune, ovvero il contenimento delle tariffe e l’incremento degli investimenti per la tutela della risorsa idrica, sono stati clamorosamente falliti”, conclude Valente.

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