E’ un rientro dalla ferie estive ‘infuocato’ quello che si appresta a vivere l’amministrazione comunale di Casapulla. Contestualmente al ricorso per l’annullamento della delibera sul Rendiconto 2016, presentato dai componenti del gruppo ‘Campania libera’, nella giornata di ieri è stato notificato anche quello relativo alla revoca della delibera di consiglio comunale numero 25 del 19 luglio 2017, con la quale il presidente dell’Assise Francesco Sorbo è stato rimosso dalla carica. Nella corposa documentazione presentata al Tar della Campania, i legali del consigliere hanno evidenziato che: «Sorbo ha pagato il prezzo ‘politico’ per aver aderito ad un movimento diverso da quello del sindaco e dei sottoscrittori della proposta di sfiducia. In tutta la procedura, infatti, sono evidenti l’assenza di motivazioni valide, come la ripetuta ed ingiustificata omissione della convocazione del Consiglio, o le ripetute violazioni dello Statuto e dei regolamenti comunali, uniche cause in grado di elevarsi a fondamento di un’azione di revoca nei confronti di un presidente dell’Assise. Come detto, il solo aspetto messo in risalto da coloro che hanno proposto la rimozione di Francesco Sorbo è quello politico, evidenziando come reale motivazione il fatto che si ritiene irrecuperabile il rapporto di fiducia politico». Nel ricorso, inoltre, sono riportati 17 punti attraverso i quali vengono confutati ognuno degli addebiti mossi dal gruppo di maggioranza con la proposta di revoca del presidente del consiglio comunale. «Le doglianze mosse al ricorrente – si legge – sono generiche, insussistenti e non suffragate da atti e circostanze oggettive. Le stesso sono da considerarsi infondate in fatto ed in diritto, dal momento che non sussiste alcun comportamento di Sorbo che, nella sua qualità di presidente del consiglio comunale, abbia inciso sul corretto funzionamento dell’organo collegiale. Al di là di mere enunciazioni non suffragate da atti comprovanti le stesse, né i proponenti in sede di formalizzazione della proposta di revoca, né il consiglio in sede di discussione, hanno valutato in concreto se vi fosse o meno carenza di neutralità della funzione o scorrettezza di comportamenti presidenziali tali da compromettere il regolare funzionamento dell’organo istituzionale».