Povero Franco Mirabelli. Ne abbiamo spesso criticato le scelte. Ma stavolta non è colpa sua se ha fatto un altro scivolone. I soliti noti del Pd di Orta di Atella hanno spinto, com’è loro abitudine senza alcuno scrupolo, il commissario provinciale dem nel burrone del ridicolo. In vista delle comunali del 10 giugno gli hanno raccontato la favoletta, nella quale non credono neanche loro stessi, figuriamoci i cittadini, della discontinuità e del rinnovamento. I famelici lupi del Pd locale, che hanno perso il pelo ma non il vizio, senza pietà, hanno preso per i fondelli anche il povero Mirabelli, catapultato da Milano a Caserta nella vana speranza di pacificare il Pd casertano da lunghi anni dilaniato dalle guerre tra correnti. “Abbiamo dato vita a una squadra che rompe col passato e rappresenta un vero e totale cambiamento”, gli hanno detto in estrema sintesi già al momento della presentazione della lista. Se fossimo nel campo penale si tratterebbe di una truffa, di un raggiro in piena regola. In politica invece siamo nel novero delle bugie. Delle menzogne a fini propagandistici. Delle falsità propalate con la faccia tosta delle meretrici della politica. E, come dicevamo, hanno fatto apparire Mirabelli non come uno proveniente da Milano, distanza di per sé già notevole, ma addirittura da Marte. O da qualche galassia di cui sicuramente non fa parte il pianeta Terra. Ieri sera davanti a 20-25 persone tra candidati, dirigenti e militanti, quindi, tenuto conto che stiamo parlando dei dem di Orta, in una sezione gremitissima (guarda le foto), Mirabelli ha tenuto un incontro durante il quale ha tra l’altro solennemente dichiarato, citiamo testualmente: “La nostra è la migliore proposta possibile. La federazione provinciale, assieme al circolo, ha individuato l’avvocato Gaudino e una serie di candidati che rappresentano la discontinuità rispetto al passato. Nessuno di loro ha mai avuto ruoli e incarichi in politica, molti sono anche giovani, segno di un partito che continua ad essere attrattivo”. Minchia! Per toccare con mano come sia fortemente attrattivo il Pd ortese basta guardare, come già detto, la foto della riunione di ieri sera. Ma passi la fesseria sull’attrattività. Quello che fa scompisciare dalle risate è il “passaggio”, degno del miglior Totò, riguardante “la discontinuità rispetto al passato”.
Ancora più esilarante, ed è tutto dire visto che il “Principe della risata” era fino a ieri sera insuperabile, è stato l’intervento di Vincenzo Gaudino. Il candidato sindaco, che è il timoniere della coalizione formata da Pd, Riformisti e Orta libera & Orta e Movimento per la legalità e la giustizia sociale, ha fornito l’ennesima conferma di quanto nella politica(?) di oggi la realtà superi ampiamente la fantasia. O di come si possa spacciare per verità una palese e inconfutabile bugia. “Abbiamo costruito – ha rimarcato Gaudino – una coalizione forte, autorevole, competente che non è legata al passato e che anzi ne rappresenta l’alternativa e la discontinuità”. Minchia! L’avvocato, che stimiamo come professionista, probabilmente si è perso qualcosa (un bel po’) degli ultimi decenni della vita politico-amministrativa di Orta di Atella. Forse perché vive ad Aversa da circa 15 anni. E allora, speriamo non si offenderà, gli rinfreschiamo la memoria per evitargli eventuali altre figuracce che un professionista del suo valore non dovrebbe collezionare. Gaudino, sono parole sue, pone l’accento sul tanto sbandierato tema della discontinuità. Bene. Noi vogliamo restare proprio sul terreno del “nessun legame con il passato”. Di conseguenza non possiamo che dire che gli ultimi a poter riempirsi la bocca di termini come discontinuità sono proprio alcuni autorevoli, si fa per dire, esponenti del Pd. Partiamo dal numero uno dei democrat ortesi, tale Tommaso Dell’Aversana, assessore all’Ambiente della giunta Brancaccio, il quale votò a favore della variante al Prg che diede il via libera al sacco della città. Per intenderci alla realizzazione di Orta 2. Per capirci ancora meglio all’abusivismo edilizio. Tal Dell’Aversana, per giunta, ha candidato nella lista Pd la nipote Roberta Meta. Passiamo a un altro volto nuovo. Che rappresenta il vero cambiamento. Tale Franco Fiorillo, in lizza per un posto in consiglio comunale. Una vera e propria new entry che non ha alcun legame con il passato, se si esclude che ai tempi dell’Imperatore Brancaccio ha ricoperto anche lui la carica di assessore alle Politiche giovanili e allo Sport. Sciocchezzuole.
Poi c’è Michele De Micco, anch’egli in campo alle amministrative del 10 giugno, già consigliere comunale, eletto nella lista Uniti con Brancaccio, rincuorato da quello “sporco brutto e cattivo” di Brancaccio sul palco, durante un comizio elettorale, quando l’illustre (?) ingegnere, allora giovanissimo, era candidato con la lista sempre di quello “sporco brutto e cattivo” di Brancaccio. Come non ricordare per i suoi meriti sul campo (edilizio) un altro big dei democratici locali: Domenico Iovinella, oggi assessore di Sant’Arpino (è in cielo, in terra e in ogni luogo), che sostiene Raffaele Arena. Ex componente dell’esecutivo di Padre Pio Brancaccio, nonché geometra all’epoca della cementificazione della città. E veniamo a Luca Mozzillo, anche lui in campo alle comunali e nipote della mitica Rosa Minichino, che per mutuare un verso di un brano di Ligabue ha trascorso una vita da assessore. Una sorta di Highlander della politica, col popo’ incollato alla poltrona col Bostik Poly Max High Tack Express. Sempre nella lista Pd troviamo un figlio d’arte. Si tratta di Fabio Santillo, figlio del più noto Dario, segretario cittadino dell’Udeur ai tempi dell’adesione di Brancaccio al partito di Mastella. In pratica quando la sezione locale dell’Udeur e quel “gran fetente” di Brancaccio erano una sola cosa. Dulcis in fundo, non potevamo trascurarlo perché rappresenta un baluardo della discontinuità, merita un posto di tutto rilievo Francesco Gianfranco Piccirillo. Ai tempi dell’El Dorado ortese, sotto il dominio assoluto di quel “criminale” di Brancaccio, essendo un suo fedelissimo ha ricoperto per alcuni anni il delicato e gravoso incarico di ufficio stampa. Non sappiamo se sulla carta fosse questo il suo ruolo, ma nella pratica si occupava di redigere i comunicati stampa per conto di quel Diavolo di Brancaccio e della sua amministrazione. Un incarico, ripetiamo, molto impegnativo da sudare ogni giorno sette camice, ma anche molto ben retribuito (con i soldi dei cittadini). Per non tacere che è stato anche assessore esterno indicato ovviamente sempre dal quel “delinquente” di Brancaccio, rigorosamente a carico dei conti pubblici, cioè della gente. Il buon Piccirillo, nel solco della discontinuità con il passato, ha candidato la cognata, tale Annalisa Cinquegrana. Non contento, ha lanciato tramite Fb l’hashtag #MarioChiediScusa, in riferimento a un articolo del sottoscritto che lo chiamava in causa. Beh, io rilancio con un hashtag più proficuo per la popolazione: #PiccirilloRestituisciAiCittadiniISoldiPubbliciPercepitiTramiteBrancaccio. A proposito: il maggior numero di brancacciani (riciclati) in quale coalizione si trova?
Mario De Michele