Qui la cosa si fa seria. E grave. Molto. Moltissimo. Troppo. Basta dire che c’è anche lo zampino di Salvatore Del Prete “Soldinus Magò”, neo consigliere comunale di maggioranza di Orta di Atella. Ieri abbiamo raccontato il retroscena, già di per sé inquietante, dell’incontro nel 2008 tra Antonio Fantini, all’epoca dei fatti segretario dell’Udeur, Angelo Brancaccio, allora consigliere regionale del partito di Mastella, e Carmine Vozza il “Collocatore-Stratega”, a quei tempi esponente di spicco dell’Udeur ortese, per far assumere la figlia di quest’ultimo all’Arpac, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania. Il rendez vous tra i 3 politici avvenne in occasione di un pranzo al quale era presente anche Francesco Zagaria (deceduto nel 2011), allora marito di Elvira Zagaria, sorella di Michele Zagaria. Vozza chiede il miracolo a Padre Pio Brancaccio perché l’Arpac era “roba” dell’Udeur. Mastella era il dominus assoluto. Come sempre la mossa del professore “ciucciarello” si rivela azzeccatissima. Il 2 dicembre del 2008 la figlia Natalia viene assunta a tempo indeterminato all’Arpac con qualifica di collaboratore amministrativo professionale esperto. Altri due consiglieri regionali casertani dell’epoca, tra cui Nicola Ferrara, avrebbero voluto piazzare un loro nome. Ma il “boss” Brancaccio ebbe la meglio.

Il nome di Francesco Zagaria spuntò nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti gestiti dai Casalesi all’ospedale civile San Sebastiano di Caserta. Le indagini della Dia di Napoli, coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dai pm Antonello Ardituro (ora al Csm) e Alessandra Lucchetti, svelarono che l’ospedale era sotto il dominio pieno e incontrollato della cosca degli Zagaria. Francesco Zagaria era il colletto bianco, sempre in giacca e cravatta e impeccabile nel portamento, che faceva da collettore tra il clan e i vertici dell’azienda ospedaliera casertana. Il cognato del capo dei Casalesi fu arrestato perché “organico” al clan il 21 gennaio 2015, assieme ad altre 23 persone. Le persone coinvolte furono ammanettate a vario titolo per associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Impietose le conclusioni del gip Giuliana Taglialatela: “Francesco Zagaria aveva costanti contatti con i più importanti esponenti politici campani e spesso aveva fatto da mediatore in complicate controversie che nascevano tra loro. Quasi che le sorti politiche della Regione Campania fossero affidate al cognato del più importante camorrista della stessa regione, peraltro all’epoca latitante da quasi quindici anni”. Il giudice per le indagini preliminari aggiunge: “Le indagini dimostrano che Francesco Zagaria, un geometra di Casapesenna, insieme al suo fidato autista e factotum, Remo D’Amico, un pensionato di Francolise gestore di un piccolo caseificio del casertano, aveva in pugno le sorti di uomini ritenuti potentissimi”.

Ed ecco che arriviamo a Salvatore Del Prete “Soldinus Magò”. Nel 2008 al rientro da una vacanza a Parigi con Angelo Brancaccio (chissà se fecero tappa anche in qualche banca svizzera) il consigliere comunale di Campania Libera (ancora per poco) incontra assieme a Vozza il “Collocatore-Stratega” proprio Remo D’Amico, attualmente detenuto per camorra (416 bis). Il summit si tenne al bar Santa Lucia di Napoli. In quell’occasione l’uomo di fiducia del cognato di Zagaria consegnò a Carmine Vozza e a Del Prete “Soldinus Magò” le ultime domande dei quiz del concorso all’Arpac vinto da Natalia Vozza, figlia del professore “ciucciarello”. Per avere conferma dei rapporti tra Salvatore Del Prete e questi loschi figuri basta chiedere ai Ros, il Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri. Ecco chi sono i paladini della legalità di Orta di Atella. Ma andate a cagare. Avete pure la faccia da culo di uscire ancora di casa!

Mario De Michele

(continua…)

 

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