In attesa dei risultati dell’autopsia sulla salma di Rosa Trapani, 67enne che viveva sola in un piccolo appartamento della Duchesca, la magistratura inquirente mantiene ogni dovuta cautela prima di giungere a conclusioni. L’iscrizione di un procedimento a carico di ignoti con l’accusa di omicidio volontario è un passaggio indispensabile, quasi un atto dovuto, per poter consentire l’espletamento dell’esame autoptico, svoltosi il 18 gennaio scorso. Dunque, si apprende da fonti giudiziarie qualificate, solo all’esito del deposito delle conclusioni del medico legale (che dovrebbero arrivare entro i canonici 90 giorni dall’autopsia) sarà possibile capire con chiarezza quali siano state le cause del decesso. Morte violenta o morte accidentale? Resta questa la prima e fondamentale domanda da sciogliere. E allora ricapitoliamo l’intera vicenda anche alla luce degli accertamenti svolti con estremo rigore e puntualità dagli inquirenti. Tanto per cominciare si sottolinea come nessuna “svista” sarebbe addebitabile al medico legale intervenuto sul posto, nell’appartamento di via San Giuseppe Calasanzio numero 1 dove avvenne la prima ricognizione del cadavere. Il corpo senza vita da ormai più di due giorni della signora Trapani, riverso a faccia in giù sul suo letto, era già in stato di “rigor mortis” (con tutte le difficoltà che una simile condizione comporta), e solo un compiuto esame medico svolto in obitorio ha consentito di accertare che le tracce di sangue e di altro materiale biologico presenti sulle lenzuola e sul materasso (poi regolarmente smaltito dai familiari della vittima con la consegna al personale dell’Asìa) potrebbero essere fuoriuscite da ciò che appare come un taglio presente non nella zona emitoracica, come riportato in precedenza, ma nell’interno della coscia sinistra della donna. La signora Rosa – e anche questo emerge dalle risultanze investigative – viveva ormai in uno stato di quotidiana solitudine per scelta. Non frequentava quasi più nemmeno i suoi fratelli e parenti, nemmeno a parlarne di amici, e in casa è stata trovata una situazione al limite del degrado. Tra i primi atti svolti dalla polizia giudiziaria (le indagini sono affidate ai carabinieri del comando provinciale) c’è stato anche quello di convocare tutta la cerchia dei familiari della vittima, i quali sono già stati ascoltati. Presto, già nelle prossime ore, il pm potrebbe decidere di riascoltare direttamente alcuni parenti. Ricordiamo che sono stati proprio i familiari di Rosa a dirsi convinti che la 67enne sia rimasta vittima di un’aggressione violenta, forse a scopo di rapina. Ma torniamo a quella ferita che sarebbe compatibile con un taglio profondo alla coscia. Prima della relazione finale del medico legale sarà impossibile poter affermare con certezza se si tratti di una ferita da coltello o altra arma da taglio, o se sia piuttosto un taglio pregresso: quest’ultima circostanza, in assenza di ulteriori clamorose verità, resta fondamentale per inquadrare correttamente l’evento morte.