“Quando si è troppo giovani non si può giudicare bene, e neppure quando si è troppo vecchi”. La grandezza degli uomini si misura anche sull’attualità delle loro idee a distanza di secoli. Blaise Pascal, il filosofo-matematico noto per la sua “scommessa” sull’esistenza di Dio, fa parte sicuramente della ristretta cerchia di persone che hanno lasciato un segno indelebile. Citiamo una sua frase perché sembra scritta su misura per Vittorio Lettieri. Il leader di Gricignano al centro conferma la tesi dell’intellettuale francese. E dimostra di essere troppo giovane per “giudicare bene” quando ufficializzando la candidatura di Nicola Cristiani sottolinea che “è molto importante per la nostra coalizione, soprattutto da un punto di vista qualitativo”. In politica la qualità si misura in base ai fatti non a parole. E nella scelta dei candidati conta molto il passato per marcare realmente un confine netto tra vecchio e nuovo. Chi è Nicola Cristiani? Uno che a memoria sta in politica tra alti e bassi da un ventennio. Nulla di male. Non ci permettiamo nemmeno di esprimere giudizi sulla sua onestà o integrità. Ma noi che siamo più vecchi (purtroppo) di Vittorio Lettieri ricordiamo come se fosse ieri che anche a causa delle parentele scomode di Cristiani nel 2010 fu sciolto per camorra il consiglio comunale di Gricignano.
Il sindaco dell’epoca era Andrea Lettieri, padre dell’attuale aspirante sindaco. Nella relazione della commissione d’accesso si sottolinea come Cristiani, allora assessore allo Sport e alla Cultura, fosse imparentato con esponenti di primissimo piano del clan dei Casalesi. È lo zio dell’ergastolano Ferdinando Schiavo, che ha una bacheca ricca di trofei criminali: omicidio volontario, omicidio doloso, rapina ed estorsione. Cristiani, fa presente la triade commissariale, è inoltre cugino del boss dei Casalesi Andrea Autiero, alias “o’ scusuto”, allora considerato il capozona della cosca. Come se non bastasse, il neo candidato di Gricignano al centro ha anche un altro nipote notissimo alle cronache. Si tratta di Vincenzo Schiavone, detto “o’ petillo”, anche lui con un ruolo di rilievo all’interno dei Casalesi. A quanto ci risulta nessuno di loro si è pentito. Si dirà: sono trascorsi quasi 9 anni dallo scioglimento e Cristiani è stato già candidato anche alle ultime comunali del giugno 2018. Verissimo. E noi diciamo anche di più. Nicola Cristiani non è mai stato nemmeno sfiorato da vicende giudiziarie che hanno a che fare con la criminalità organizzata.
Il tema è un altro. Di natura esclusivamente politica. L’anno scorso era candidato (assieme a Giacomo Di Ronza, anche lui “sciolto” per camorra nel 2010) nella lista “Uniti si può fare”, in contrapposizione a quella capeggiata da Vincenzo Santagata, nella quale era in campo Vittorio Lettieri. La sua candidatura e quella di Di Ronza segnavano una discontinuità politico-amministrativa. Oggi invece si ritrovano nello stesso schieramento. E se è sacrosanto che i figli non devono pagare eventuali colpe dei padri (sotto processo per reati di camorra), è altrettanto irrefutabile che Vittorio Lettieri ha un papà ingombrante per il suo ruolo politico di spessore svolto negli anni scorsi sul piano locale e provinciale (è stato anche assessore alla Provincia). Lo stesso discorso vale anche per un altro figlio d’arte, cioè Raffaele Russo. Il padre Francescoantonio Russo, per oltre vent’anni sulla scena politica, faceva anche lui parte dell’amministrazione sciolta per infiltrazioni camorristiche.
Se, come sostiene il candidato sindaco di Gricignano al centro, la coalizione di Santagata è “un comitato d’affari”, come si può definire quella di Lettieri jr? Una rimpatriata che ricorda i vecchi tempi? Mah. Ad occhio si direbbe che sono stati riallacciati legami sciolti…
Mario De Michele