Vivono separati. Almeno per il momento. Lui se ne è andato in un’altra casa col bambino più grande. Lei è rimasta nella loro abitazione di Prato col figlio più piccolo, quello nato dalla relazione con il ragazzino adolescente (pre quindicenne) a cui dava ripetizioni private di inglese. All’udienza che si è volta al tribunale del riesame di Firenze si è presentata da sola. La donna, di origini napoletane (ha partenti e amici nella città capoluogo e nel Casertano) che di mestiere fa l’operatrice sociosanitaria, è entrata al palazzo di giustizia da un ingresso secondario. Davanti ai giudici ha fatto breve una dichiarazione spontanea, ribandendo quanto gà dichiarato durante gli interrogatori. Poi, hanno preso la parola i suoi legali, gli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri che hanno chiesto al tribunale di di revocare i domiciliari alla propria assistita anche perché sta intraprendendo un percorso di cura presso uno psichiatra e perché ha necessità di accudire il figlio nato dalla relazione con il giovane allievo. “La nostra assistita ha iniziato un percorso da un esperto che la deve affiancare, uno psichiatra – hanno spiegato i due legali – inoltre ha necessità di seguire il figlio più piccolo che ha pochi mesi, in modo completo, non solo in casa ma anche all’esterno”. Gli avvocati hanno anche riferito di aver consegnato ai giudici una lista già pronta di appuntamenti da uno specialista. Al termine dell’udienza, durata due ore, i giudici si sono riservati la decisione. Entro cinque giorni dovranno stabilire se la donna potrà tornare in libertà come chiedono i suoi legali o se resterà agli arresti domiciliari come ha disposto il gip di Prato, Alessandra Scarlatti.
La misura, richiesta dalla Procura pratese, secondo il giudice, si era resa necessaria per il pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato da parte della donna. Il 15 aprile invece sarà ascoltato in procura il minorenne diventato padre nell’estate scorsa. La donna è oggi accusata di violenza sessuale per induzione e atti sessuali con minori. Il primo reato è dovuto al fatto che stando alle accuse, avrebbe avuto rapporti sessuali con il ragazzino quando questo aveva meno di 14 anni. Circostanza respinta però dalla trentunenne pratese, sposata e madre di un altro bambino avuto dal legittimo marito. Quest’ultimo ha riconosciuto il bambino nato la scorsa estate pur sapendo di non esserne il padre: per questa ragione risulta indagato dalla procura. Le indagini della squadra mobile di Prato, coordinata dalla procura, proseguono attraverso l’esame dei dati sul computer e su un altro dispositivo elettronico sequestrato a casa della coppia. Sui cellulari invece è stata completata una prima perizia in cui è stato accertato che i messaggi che “insegnante” e allievo si sono scambiati nell’ultimo anno e mezzo sono centinaia, “175 pagine ” di sms si precisa nell’ordinanza che ha portato la donna agli arresti domiciliari dallo scorso 27 marzo con il divieto di avere contatti con l’esterno. La donna ha avvertito il ragazzo di aspettare un figlio da lui quando la gravidanza era avanzata e un eventuale aborto oramai impossibile. Il giovane era preoccupato che la cosa venisse allo scoperto e cercava di allentare gli incontri, ma più si allontanava più la donna lo ricattava via sms.