Sarà pur vero, purtroppo, che per gli organi di informazione una “notizia” è solo una “cattiva notizia”. Ma per il giornalista è parimenti un dovere deontologico riportare tutti i “fatti”. Quelli belli e quelli brutti. E soprattutto chi informa ha l’obbligo di informarsi per non diffondere fandonie infarcite di pregiudizi e menzogne. Non sempre, per fortuna, trova riscontro nella realtà il gattopardesco “cambiare tutto per non cambiare nulla”. Vale anche per la Sanità campana. Certo di falle nel sistema ce ne sono a iosa. E tanto c’è ancora da fare per garantire livelli di assistenza degni di una nazione civile. Bisogna però operare sempre le giuste distinzioni. Ci sono strutture da rilanciare. In qualche caso da rifondare. Ma si devono anche registrare i passi da gigante che alcuni importanti presidi sanitari hanno compiuto in questi anni. L’esempio che le cose possono cambiare è l’azienda ospedaliera di Caserta. Dall’avvento del direttore generale Mario Ferrante il “Sant’Anna e San Sebastiano” è diventato un’eccellenza della Sanità della Campania. E non solo.
Dopo gestioni scellerate e improntate su privilegi personali e corporativi, per non dire altro (ci sono inchieste giudiziarie in corso), l’ospedale civile della città capoluogo ha svoltato e imboccato la strada giusta. Una delle punte di diamante è sicuramente il reparto di Neurochirurgia, diretto dal primario Pasqualino De Marinis. Specialista di indiscussa competenza, nonché vicepresidente della Società italiana di neurochirurgia, De Marinis ha trasformato il reparto in un fiore all’occhiello della sanità pubblica campana e del sud Italia. Diciamolo, per una volta. Sostenere che è sempre “tutto uno schifo” è come un atto di autolesionismo che danneggia gli utenti ma soprattutto il territorio casertano. Anche il reparto di Cardiochirurgia ha raggiunto il top a livello regionale. Pochi mesi fa un grande lavoro di equipe ha permesso di raggiungere un brillante risultato: l’estrazione di una mitraclip dislocatasi completamente e migrata in una coronaria.
Il nosocomio di Caserta ottiene buone performance anche per la mortalità a 30 giorni dell’ictus ischemico con l’8,56% a fronte di una media italiana che tocca il 12,07 per cento. Ottima la proporzione di parti con taglio cesareo primario: 15,58% rispetto alla media nazionale del 26,27%. Di recente è stato inoltre inaugurato il reparto di Oncologia. Un altro dipartimento di cui ci si può solo vantare. Gran parte del merito va al manager Ferrante che ha saputo scegliere nell’ambito medico e paramedico nuove professionalità e valorizzare quelle già presenti. L’attuale direttore generale, grazie al cielo, non è come i suoi predecessori. Diciamo anche questo. Una volta e per tutte. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non li nota solo chi strumentalmente non li vuol vedere.
Mario De Michele
LA VIDEO INTERVISTA A MARIO FERRANTE