Un vero e proprio impero quello messo in piedi dai Cesarano e al quale, durante un blitz all’alba, sono stati apposti i sigilli. Sette imprese sequestrate, ventidue indagati, undici aziende oggetto di perquisizione. E ancora: 150 funerali gestiti a gennaio e febbraio in quattro comuni dell’hinterland, un giro di affari milionario controllato in prima persona, quasi a dispetto delle interdittive antimafia licenziate in questi mesi dalla Prefettura. Numeri e retroscena dell’inchiesta che punta a fare chiarezza su quanto costruito dei fratelli specializzati in pompe funebri, a loro volta capaci di imporsi anche in altre regioni d’Italia. Sugli affari dei Cesarano indaga il pool anticamorra sotto la guida dei pm Antonello Ardituro e Maria Di Mauro, a loro volta coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli: perquisizioni anche in ben quattro comuni – a Pozzuoli, Quarto, Calvizzano e Marano – nella convinzione che a favorire il boom affaristico dei fratelli imprenditori ci sarebbero state omissioni da parte di tecnici e di poliziotti delle locali sezioni municipali.