Durante l’incontro di martedì scorso al Mise, un furente Luigi Di Maio l’aveva giurato al capo di Whirlpool in Italia, Luigi La Morgia: “Lo Stato si farà rispettare, perché non si cambiano le carte in tavola dopo 7 mesi”. Detto fatto, perché il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico avrebbe dato mandato ai suoi uffici per studiare una norma al fine di evitare che la multinazionale americana lasci il sito di via Argine, dopo aver inserito anche lo stabilimento nel piano industriale di rilancio presentato appena lo scorso ottobre. E l’obiettivo principale sul quale si starebbe lavorando in via Veneto è quello di rafforzare le procedure per bloccare gli incentivi pubblici per le imprese che dopo essere riuscite ad ottenere gli ammortizzatori sociali poi chiudono e/o delocalizzano.