“L’ospedale di Frattamaggiore è al collasso” è l’amara denuncia di Bruno Di Giacomo coordinatore del sindacato Cgil per l’azienda ospedaliera Napoli 2 Nord. È da tempo ormai che il presidio ospedaliero versa in queste condizioni e a nulla sono valsi i tentavi per avere delle risposte da parte dell’azienda. L’ultima nota dello scorso 24 maggio firmata dai coordinatori delle diverse sigle sindacali (Bruno Di Giacomo Cgil, Ciro Chietti Uil, Guido Amato Fials, Pasquale Costanzo Fsi/Usae, Giulio D’Antonio Nursing-up, Francesco Massaro Nursind) ha ribadito la necessità d’intervento per il San Giovanni di Dio che versa in condizioni al limite. C’è una carenza di oltre 40 unità infermieristiche con criticità nelle aree comparto più delicate quali Rianimazione, Pronto soccorso, Sala Operatoria e Cardiologia. Non è finita qui. Ci sono dei reparti come Pediatria e Oncologia in cui c’è un solo infermiere per turno con il rischio reale che non vengano garantiti ai pazienti i Lea (Livelli Essenziali d’Assistenza). Mettendo in secondo piano il livello di stress e l’impossibilità di andare in ferie per il personale attualmente in servizio, chi rischia davvero è proprio il paziente. Non è pensabile che non siano garantite le condizioni minime per la salute e la cura dei degenti.
“In questo ospedale non vengono rispettati i requisiti minimi organizzativi stabiliti da DCA 67 del 2016 della regione Campania. Aspettiamo delle risposte. La situazione d’emergenza è destinata a peggiorare”. Infatti con la Quota 100 si prevede che lasceranno il posto di lavoro entro la fine dell’anno altre 150 diverse figure professionali circa (tra cui anche altri infermieri) portando ad una voragine assistenziale ancora più profonda.
“C’è un’autoambulanza ferma da un mese. E nessuno della dirigenza ci ha risposto”. In un’altra nota del 21 maggio infatti gli stessi coordinatori hanno fatto presente la necessità di rimettere in funzione il mezzo e dotarlo del personale di assistenza necessario in vista dell’imminente stagione estiva in cui statisticamente aumentano gli interventi sul territorio. “Negli ultimi anni la situazione è andata solo peggiorando. Si auspica un piano di reclutamento personale immediato.  Se tre anni fa mancavano circa 20 unità, oggi il numero è raddoppiato con conseguenze gravi per i lavoratori e soprattutto per i pazienti”.

Soluzioni reali non sono arrivate, risposte concrete non ce ne sono. “Dalla regione è stata bandita la mobilità del personale infermieristico, ma il nulla osta per questa procedura non arriverà prima della fine dell’anno”. Per oggi la convocazione di un tavolo tecnico in cui sarà presente il Direttore Sanitario Aziendale dott.ssa Virgina Scafarto. In questa occasione i rappresentanti dei sindacati sperano di avere finalmente delle risposte concrete. Seguirà una nuova assemblea dei lavoratori il 14 giugno dove verranno decise misure di protesta nel caso in cui i prossimi giorni non siano risolutivi.

Valentina Piermalese

 

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