Da tempo la Federazione CISL Università, Organizzazione Sindacale maggiormente rappresentativa, ha aperto con l’Azienda Ospedaliera Universitaria dell’Università degli Studi della Campania una vertenza che attiene a molteplici aspetti del rapporto di lavoro del personale ivi operante.
Molte criticità riguardano l’organizzazione del lavoro sia in ambito sanitario (turni di servizio, mancanza di programmazione e di dispositivi) che amministrativo. Le lavoratrici e i lavoratori denunciano quotidianamente criticità che attengono alle condizioni di lavoro che spesso non consentono di offrire all’utenza tutto il meglio della professionalità dei docenti e del personale universitario che svolge funzioni assistenziali presso il nosocomio di formazione dell’Ateneo “Vanvitelli”, troppo spesso assimilato impropriamente alle Aziende Ospedaliere del SSN. A questo stato di cose, vissuto da molti come mortificazione della propria dignità di lavoratore, si aggiungono ormai ataviche inadempienze contrattuali che il vertice aziendale non è stato in grado di affrontare nei tre anni di incarico ormai giunti al termine.
Il personale del comparto (infermieri, tecnici sanitari, amministrativi, operatori ausiliari) attende ancora il riconoscimento degli arretrati 2016-2018 del CCNL scaduto lo scorso anno e quelli derivanti dall’incremento delle aliquote per lavoro straordinario e delle altre indennità. Anche il salario accessorio legato alla contrattazione integrativa risulta fermo da anni in quanto l’Azienda non ha ancora quantificato i Fondi relativi al triennio 2017-2019. Sono state segnalate molteplici violazioni del dettato normativo e contrattuale che rischiano di segnare il futuro del Policlinico Universitario dell’Ateneo Vanvitelli con possibile incidenza anche sui corsi di studio data l’inscindibilità tra le funzioni di didattica, ricerca e assistenza. A ciò si aggiunge la piaga del precariato.
Tutte queste criticità sono state oggetto di partecipate assemblee generali del personale che hanno dato mandato alla CISL di attivare tutto quanto fosse ritenuto necessario per il rispetto della dignità e dei diritti dei lavoratori, grazie ai quali l’Azienda può ancora vantare momenti di visibilità sotto i quali si cela, tuttavia, la realtà quotidiana. Più volte abbiamo ricevuto rassicurazioni dai vertici aziendali ma poco in realtà è stato fatto, e malgrado il nostro forte senso di responsabilità, ieri, le lavoratrici e i lavoratori hanno ricevuto l’ennesimo schiaffo.
“Dopo una serie di rinvii del tavolo di contrattazione – fanno sapere dal sindacato – in cui si attendeva la costituzione dei Fondi certificati per gli anni 2017, 2018 e 2019 e i residui non ancora corrisposti per gli anni precedenti, abbiamo dovuto prendere atto di una amara realtà. Nulla era stato definito, anzi si prospettava alle parti sociali una modalità di calcolo dei fondi che abbiamo rigettato richiamando l’Azienda a fornire tempestivamente l’informativa sui residui fino al 2016 e la quantificazione dei Fondi per il triennio 2017 – 2019 necessari ad avviare il processo di negoziazione per pagare il personale del comparto e della dirigenza per tutti gli istituti contrattuali non ancora attuati. Abbiamo ritenuto, questa volta, di chiedere il formale intervento del Rettore come garante dei diritti del personale e della natura giuridica del Policlinico da qualsivoglia impropria volontà di assimilarlo ad una mera Azienda Ospedaliera.
Siamo certi che l’intervento dell’Ateneo possa essere determinante come lo è stato fino ad oggi. La CISL Università – concludono – è, tuttavia, pronta a proclamare lo stato di agitazione di tutti i professori, i ricercatori e del personale sanitario, tecnico e amministrativo, chiamati a difendere la loro dignità e a esigere i diritti negati, non escludendo il ricorso all’astensione dalle attività anche di didattica e di servizio agli studenti di Medicina, Odontoiatria e delle professioni sanitarie, qualora costretti, per rendere partecipe tutta l’opinione pubblica del disagio dei lavoratori”.

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