Una domenica mattina di sangue si è consumata al Club Partenopeo di Coroglio, a Napoli, dove un ragazzo è stato accoltellato. “Spero che la giustizia faccia quello che deve e non lasci impuniti gli aggressori di mio figlio, come invece accade per tanti reati in questa nuova era primordiale; solo che prima si usava la clava, oggi il coltello che può uccidere”. Queste le parole della mamma del ventenne incensurato ferito in discoteca. Chiede che non siano riportati né nome né cognome. Teme minacce, che più problemi possano sommarsi: “non sappiamo con chi abbiamo a che fare e non abbiamo tutele…”, chiarisce mentre si trova nella sala d’aspetto della terapia intensiva dell’ospedale San Paolo, gremita di parenti. Durante le indagini per chiarire la dinamica dell’accoltellamento avvenuto domenica mattina a Coroglio, i carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli e della compagnia Bagnoli hanno controllato ed assunto informazioni da tutti gli avventori del locale. I clienti della discoteca sono stati identificati ed ascoltati. Uno di questi è stato arrestato. Manuel Marino, 22enne di Fuorigrotta, perché non emergesse che su di lui pendeva un divieto di dimora nella regione Campania emesso a gennaio dal gip di Napoli per reati in materia di stupefacenti, ha indicato ai militari nome e data di nascita falsi. I carabinieri non gli hanno creduto però, anche perché Marino non aveva con sé i documenti, e stavano per compiere accertamenti più approfonditi rilevando le sue impronte digitali così da arrivare inequivocabilmente alla sua identità. Prima che questo avvenisse però Marino ha capito che sue le dichiarazioni false non avrebbero retto molto altro tempo e ha confessato di aver mentito indicando poi la sua vera identità. È stato tratto in arresto per falsa attestazione sull’identità a un pubblico ufficiale. Ora attende il giudizio con rito direttissimo.

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