“Se non affrontiamo la questione del ciclo dei rifiuti in maniera strategica non arriveremo mai a comprendere le responsabilità e l’origine delle emergenze”. E’ l’invito unanime presentato dai magistrati delle diverse Procure di Italia, intervenuti ieri pomeriggio nell’ambito del Forum Polieco sull’economia dei rifiuti apertosi ieri 20 settembre. “Non possiamo andare dietro al carretto che raccoglie i cartoni e che non ha fatto la differenziata. I criminali ci chiedono terra e acqua e non dobbiamo rispondere con buona politica e azione repressiva”, ha detto Roberto Pennisi Procuratore presso da Direzione Nazionale Antimafia. “Tutta l’Italia è sito di partenza e destinazione dei rifiuti mal gestiti. Nessuna regione è esclusa”, ha sottolineato Roberto Nitti, sostituto procuratore presso la Dda di Bari, rimarcando la necessità di un coordinamento delle informazioni tra tutti i soggetti deputati alle attività di indagine. Per Simona Merra, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Trani, “appare, infatti, imprescindibile lo svolgimento, a monte, di un lavoro di indagine e accertamento che sia in grado di attuare strumenti di prevenzione, che possano annullare o quantomeno diminuire i rischi da inquinamento”. La regia criminale e l’interesse delle mafie dietro la cattiva gestione dei rifiuti, è stata rimarcata senza alcuna esitazione. “Esiste uno stretto collegamento fra illecita gestione dei rifiuti e gli incendi come sistema di ‘autosmaltimento’ degli stessi. Il fenomeno è molto rilevante e le attività investigative, fino ad oggi svolte, hanno consentito di individuare le responsabilità in tema di traffico illecito di rifiuti ma quello che manca è una chiave di lettura unitaria”, ha ribadito Silvia Bonardi della Dda di Milano. “Recenti indagini svolte sul territorio nazionale hanno, inoltre, messo in luce che le attività connesse alla gestione dei rifiuti sono sempre più frequentemente oggetto degli interessi di una nuova mafia che, pur provenendo dalle tradizionali “famiglie” mafiose, si serve di una rete di professionisti operanti nel mondo economico e finanziario”, ha spiegato Eugenia Pontassuglia Sostituto procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia. Sulla stessa linea anche Roberto Rossi Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Bari e Catello Maresca Sostituto procuratore presso il Tribunale di Napoli. “Non possiamo aspettare – ha detto Maresca – che ci arrivi la notizia dal collaboratore di giustizia o sperare in una denuncia strutturata. Dobbiamo cambiare strategia e mentalità operativa”.

 

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