Confermato l’impianto accusatorio della Procura su una serie di abusi commessi nell’interporto casertano, con la complicità di funzionari comunali. Il tribunale del Riesame, nella giornata di ieri, ha confermato gli arresti domiciliari per l’ex patron dell’Interporto Sud Europa Guseppe Barletta e per il dirigente del Comune di Marcianise Gennaro Spasiano. Confermato anche il divieto di dimora per l’amministratore delegato Antonio Campolattano che era stato liberato dal gip Rossi, finito ai domiciliari dopo il blitz. E obbligo di dimora cancellato invece per Nicola Berti. Secondo i giudici sammaritani, infatti, gli abusi e le irregolarità riscontrate attengono alle procedure di rilascio, da parte del dirigente del Comune di Marcianise di alcuni permessi a costruire a favore delle società sopra richiamate, già oggetto di recenti approfondimenti investigativi condotti dall’ufficio giudiziario relativamente a plurime condotte di bancarotta fallimentare e concordataria e di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte con riguardo a sei società del gruppo. Attraverso la prosecuzione delle attività di indagine, sono stati raccolti significativi elementi probatori che hanno consentito di contestare a Spasiano, nella qualità di Dirigente del III Settore del Comune di Marcianise, di aver illegittimamente rilasciato, tra il mese di aprile 2017 e quello di gennaio 2018, 3 permessi a costruire in assenza della necessaria preventiva approvazione della variante urbanistica. La contestata illegittimità dei permessi a costruire muove dalla constatazione, da parte della Procura, dal fatto che il dirigente ha fondato i permessi adottati su una delibera del Commissario Straordinario del Comune di Marcianise datata 5 giugno 2016, non potendolo fare, posto che tale delibera era ed è in realtà priva di valore. L’altro profilo di illegittimità dei permessi a costruire attiene al fatto che il dirigente comunale li aveva adottati sulla base di una convenzione stipulata il 29 giugno 2016 dallo stesso dirigente comunale con i rappresentanti delle società del gruppo interessate, illegittima appunto perché, a sua volta, non approvata dall’organo consiliare dell’Ente locale. In pratica secondo la Procura Spasiano, in accordo e in concorso con le parti private interessate, ben consapevole di operate in contralto al piano urbanistico vigente e perfino in deroga al piano particolareggiato previsto in sede di originaria progettazione dell’Interporto di Marcianise (a tacere del fatto che l’accordo di programma era divenuto inefficace per lo scadere, nel 2006, del termine decennale previsto per la realizzazione), rilasciava i citati permessi a costruire per la realizzazione di importanti opere infrastrutturali da adibite non solo a depositi e logistica, ma anche a qualità meramente commerciali; determinando così un ingiusto profitto consistente, per il gruppo imprenditoriale beneficiato, in una nuova speculazione edilizia all’interno dell’area interportuale, eludendo peraltro il coinvolgimento, nelle necessarie procedure autorizzatorie, di tutti gli altri attori pubblici inizialmente coinvolti nella progettualità intermodale.

 

 

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