L’inchiesta sulla ricettazione delle auto rubate e rivendute in pezzi, che ieri ha portato all’emissione di 17 misure cautelari (leggi qui), ha raggiunto anche la provincia di Caserta. Tra le persone coinvolte, infatti, ce ne sono due di Parete: Salvatore e Raffaele Sabatino; e una di Orta di Atella: Fabio Fisciano. Gli altri indagati sono invece residenti in buona parte della provincia di Napoli: Casoria, Casalnuovo e San Giorgio a Cremano. Tra i coinvolti risultano Carmine Santelmone, Francesco Di Rico, Antonio Fisciano, Christian Fisciano, Giovanni Fisciano, Luigi Neri, Rosario Neri, Raffaele ed Antonio Stranieri. Sono in totale 17 (6 in carcere e 11 ai domiciliari) le misure disposte nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord su una banda che si dedicava al furto e alla cosiddetta ‘cannibalizzazione’ di autovetture. Di queste solo una non è stata eseguita nei confronti di un indagato che resta ricercato. I 17 sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e al riciclaggio di autoveicoli provento di furto. L’attività investigativa, svolta da marzo a novembre dello scorso anno, è stata condotta dai carabinieri della Stazione di Grumo Nevano che, nel corso di un controllo a Casandrino scoprirono, all’interno di un capannone abbandonato, la presenza sospetta di alcuni pezzi di autovetture. Gli indagati, a seconda del proprio ruolo, provvedevano ad acquistare le autovetture provento di furto, a smontarle e cedere i pezzi di ricambio a rivenditori di riferimento, che, poi, li rivendevano a loro volta agli acquirenti finali. Le carcasse delle auto venivano successivamente smaltite presso un’autodemolizione compiacente. Sequestrate anche cinque officine a disposizione del gruppo criminale. Nel corso dell’attività di indagine sono state denunciate altre persone, alcune ritenute occasionali acquirenti di pezzi di ricambio provenienti dalle auto smontate, altre per lo stoccaggio illecito di rifiuti e altre per la simulazione di furto del proprio veicolo che, invece, avevano ceduto volontariamente.