Più passa il tempo, più passano politici e amministratori locali e più si rafforza la convinzione che ormai viviamo nel mondo all’incontrario. Il degrado socio-culturale affonda le sue radici nella metà degli anni Ottanta con l’affermazione della tv commerciale, meglio detta tv spazzatura. Poi l’avvento dei social ha completato l’opera di demolizione di un tessuto connettivo già fortemente minato alle fondamenta. Gli assidui frequentatori di Facebook hanno subito danni irreparabili alla loro igiene mentale. I webeti spuntano come funghi. E da emeriti imbecilli si autoconvincono di postare argomentazioni geniali. Non si rendono conto di coprirsi di ridicolo. Un tempo lo scemo del villaggio veniva zittito davanti al bar. Oggi nello sfogatoio social degli imbecilli è impossibile tappare la bocca a chi spara stupidaggini a raffica. A chi è rimasto savio non resta che stare a guardare lo spettacolo tragicomico che va in scena ogni santo giorno su Fb. La realtà virtuale ha capovolto quella reale. E capita di imbattersi in commenti da brividi. Non rincorriamo, per scelta, i tanti personaggetti in cerca d’autore che pullulano sul web però siamo costretti, nostro malgrado, a segnalare la gravità di alcuni interventi pubblici di politici ed ex amministratori locali.
Uno di quelli che ci ha fatto strabuzzare gli occhi è a firma di Giuseppe Barbato. Il titolo del suo post è tutto un programma: “Carinaro con la riapertura del Panart riacquista la sua vitalità”. Tutto scritto in maiuscolo (leggi il post alla fine dell’articolo). Pur se non riusciamo a comprendere come sia stato possibile (la realtà che supera la fantasia) fatto sta che Barbato è stato vicesindaco e consigliere comunale di Carinaro. Alle ultime amministrative ha appoggiato Nicola Affinito, poi eletto sindaco, inserendo due “suoi” candidati. Aspirante primo cittadino di Uniti per Cambiare nel 2015, gestisce il gruppo Fb omonimo nella convinzione che la politica si fa su Internet. Quella virtuale sì. Peccato che i problemi dei cittadini siano reali. E l’attuale amministrazione Affinito finora non ne ha risolto uno.
Torniamo al commento dell’ex vicesindaco. In occasione della riapertura del ristorante Panart, chiuso dalla polizia di Aversa per una lunga serie di gravi irregolarità, Barbato esulta così: “A volte situazioni inimmaginabili possono far dire a persone cose inesatte senza pensare agli investimenti fatti da persone oneste e soprattutto una fabbrica che da lavoro a una ventina di famiglie. Se permettete di questi tempi il lavoro si da e non si toglie”. Prima un accenno (è più forte di noi, abbiamo frequentato il classico) alla carneficina della grammatica italiana: facciamo notare al dottor Barbato che “da” in quel contesto è terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo dare, quindi si scrive con l’accento. “Da” senza accento è preposizione semplice. Dice di essere laureato. Mah. Passiamo al succo del suo post. Per l’ex amministratore locale e leader(?) politico “situazioni inimmaginabili possono far dire a persone cose inesatte”. Ma quali situazioni inimmaginabili? Nella notte tra il 29 e il 30 settembre scorsi gli agenti del commissariato normanno, guidato da Vincenzo Gallozzi, riscontrarono numerose illegittimità amministrative. E forse anche penali, ma lo stabilirà il pm. Giustamente fu disposto il sequestro preventivo del Panart di Carinaro. Gli agenti hanno lavorato in modo certosino e professionale fino alle 3 del mattino. All’interno del locale erano presenti circa mille persone. I solerti poliziotti riscontrarono l’uso improprio del locale, trasformato in discoteca senza alcuna autorizzazione, e identificarono sei vigilantes irregolari, non abilitati a occuparsi della sicurezza. Tutto verbalizzato. Era presente anche il vicecommissario Marino. Del resto c’è un procedimento in corso. Altro che cose inesatte, come invece sostiene improvvidamente Barbato.
Peggio ancora è un’altra affermazione. L’ex vicesindaco, sostenitore del primo cittadino in carica, rimarca populisticamente che “di questi tempi il lavoro si da e non si toglie”. E cosa vuol dire? Che i poliziotti hanno tolto lavoro? Hanno arrecato un danno alla città? Per noi hanno fatto il loro dovere. E di questo vanno ringraziati. Chi rischia la vita per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico merita solo il massimo rispetto. Egregio Barbato, il lavoro si dà (con l’accento) osservando le normative. Se lo intende diversamente ci dispiace per i carinaresi che hanno avuto un amministratore locale come lei. Del resto, se fosse onesto almeno intellettualmente, avrebbe dovuto dire che è stata autorizzata la riapertura del Panart solo per l’utilizzo del ristorante (140 mq, come da autorizzazione). Bye, bye alla discoteca (senza alcun permesso). E il caso vigilantes è nel mirino della magistratura.
Un’ultima cosa. Riferendosi ai proprietari del locale Barbato li definisce “persone oneste”. Anche qui l’esponente politico di maggioranza ha un’idea deformata della realtà. Vocabolario Treccani, onesto (aggettivo): “Persona che si accontenta di un giusto guadagno”. È onesto chi guadagna infrangendo la legge? Per noi sono onesti i poliziotti di Aversa che hanno lavorato fino a notte fonda, peraltro senza percepire nemmeno un giusto guadagno visto che rispetto al servizio che svolgono per la collettività prendono uno stipendio da fame. Ma siamo nel mondo all’incontrario. Viviamo nella realtà virtuale dove le guardie vengono fatte passare per ladri. Noi, per fortuna, abbiamo ancora i piedi per terra. E staremo sempre dalla parte degli agenti di Aversa e dei magistrati. Andate avanti. E continuate a fare pulizia.
Mario De Michele
IL POST VERGOGNOSO DI GIUSEPPE BARBATO