Il randagismo è un problema sempre attuale e molto diffuso. Legato spessissimo all’abbandono dei cosiddetti animali da compagnia. Una malapratica che viene combattuta da anni ma con scarsi risultati. Non si contano le campagne di sensibilizzazione organizzate per contrastare il fenomeno. Tuttavia in molti casi esistono delle associazioni di volontariato che si fanno carico, il più delle volte autotassandosi, dell’assistenza e cura degli animali abbandonati. Una di queste è la SPES Onlus, un’associazione con sede a Grumo Nevano che gestisce un canile nel territorio di Succivo. I volontari sono da anni attivi sul territorio. Con tenacia e caparbietà lottano contro questa grave problematica accogliendo nella struttura che gestiscono tutti i cani che trovano abbandonati per le strade, assistendoli e curandoli.
“Il randagismo in Campania è più che mai dilagante. Il numero degli animali, cosiddetti d’affezione, cani e gatti abbandonati, ormai ha raggiunto cifre incalcolabili. E tutto ciò malgrado l’impegno quasi eroico degli animalisti e dei volontari. Oltretutto, con notevole spreco di denaro pubblico. Altro vitale argomento è quello di superare, con forza, il concetto di considerare l’animale come una cosa: L’animale non è un oggetto ma soggetto di diritto. Questo progresso etico è ancora troppo lontano e solo una capillare educazione e sensibilizzazione del cittadino può ‘costringere’ il Legislatore a produrre leggi efficaci per la tutela degli animali. Il lavoro che vi proponiamo ha il duplice obiettivo di ridurre drasticamente, da un lato, il fenomeno del randagismo e di indirizzare, dall’altro, il Legislatore a considerare l’animale come soggetto di diritto a tutti gli effetti”. Questo è quanto ha come obiettivo la SPES che ha duramente contestato l’ultima legge regionale adottata in materia. “L’articolo 11 comma 10, della legge regionale n. 3 del 2019, recita: «Le strutture di cui al presente articolo possono avere una recettività massima di trecentocinquanta animali. Dalla data di entrata in vigore della presente legge, le strutture esistenti che ospitano un numero di animali superiore a quello indicato non possono accoglierne altri». Siccome non siamo sudditi obbedienti e sottomessi di una tirannia ma cittadini partecipanti, con diritti e doveri, alla vita della società di cui facciamo parte, desideriamo conoscere lo spirito e le ragioni delle Leggi emanate dai nostri rappresentanti, in risposta alle nostre istanze e necessità. Il numero trecentocinquanta, che rappresenta il tetto massimo delle accoglienze, da dove salta fuori? Chi lo ha proposto? E in base a quali parametri, qualitativi e quantitativi? Sono stati fatti studi etologici, controlli ed esperimenti nei canili o che altro? E se esistono dati del genere, in forza della tanto decantata trasparenza, chiediamo di conoscerli. Tutti i canili esistenti in Campania, pubblici e privati, superano di gran lunga il tetto massimo di trecentocinquanta unità”. Allora si domandano i volontari se questo non sia stato un provvedimento studiato ad hoc “per espandere il mercato” e favorire il ‘fortunato’ di turno. E siccome dai dettami della legge regionale ne consegue che le strutture ospitanti saranno automaticamente dichiarate fuorilegge, chiedono “a codesta Regione di conoscere in tempi brevissimi, lo impone l’art. 11 della legge regionale n. 3, chiarimenti e direttive di come uscire da una vera e propria crisi provocata dalla norma in questione. Quali punizioni penali e amministrative sono riservate a chi, come noi, intende trasgredire a una direttiva assurda oltreché sballata? Si chiede, inoltre, ai componenti dell’Alto consesso regionale, un incontro in tempi brevissimi per discutere sull’argomento (e su altri) in questione”. Alla domanda su quale potrebbe essere una soluzione efficace contro il randagismo, visto che tutte le altre adottate e da adottare sembrano non produrre risultati significativi, i volontari, senza falsi moralismi, rispondono che se veramente si vuole affrontare in modo serio il problema allora si deve ricorrere alla sterilizzazione e ad una sorta di anagrafe degli animali nella quale sia contenuta anche l’identità di chi se ne occupa. In ultimo ma non per importanza l’associazione tiene anche a lanciare un appello alle persone a valutare bene la decisione di prendere con sé un animale da compagnia perché è una responsabilità estremamente seria e quando ci si imbatte in un animale abbandonato non si deve far finta di niente ma attivare tutti quei canali utili per toglierlo dalla strada ed assicurargli un’esistenza felice alla quale ogni essere vivente ha diritto.
Luigi Viglione