Vincenzo Visiello, 50enne, di Torre Annunziata, detto “A rutella”, e suo nipote Gennaro Salvatore Esposito, 38enne di Pompei, alias “O cassuolo”, sono stati arrestati dalla polizia, con l’accusa, insieme alla moglie di Visiello, di usura ai danni di un imprenditore di Torre Annunziata. Per quasi 10 anni l’imprenditore ha versato esosi interessi, prima solo a Visiello e poi anche al nipote Esposito. Ma nell’agosto scorso, non riuscendo più a tener testa ai pesanti impegni assunti che lo costringevano a versare a uno 3.500 euro mensili per un prestito di centomila euro ed all’altro 700 euro mensili a fronte di un prestito di circa ventimila euro, pagando solo gli interessi perché il capitale prestato era ancora tutto da restituire, ridotto ormai quasi sul lastrico e senza alcuna possibilità di liberarsi dei debiti, aveva denunciato tutto alla polizia. I due usurai sono finiti così indagati. Gli agenti hanno raccolto una serie di prove degli incontri della vittima con gli usurai, ricostruendo l’intera vicenda, verificando il debito e gli interessi già versati dalla vittima. In particolare, è stato appurato che nel corso degli anni, l’imprenditore aveva già versato al Visiello oltre 250.000 euro di interessi, dovendo ancora pagare i 100mila euro avuti in prestito. Esposito, invece, aveva imposto alla vittima il pagamento di un’altra somma per 20mila euro che gli erano stati attribuiti per un prestito insoluto di altre persone, il cui mancato pagamento era stato imputato all’imprenditore che non aveva potuto far niente perché minacciato con una pistola. Le indagini sugli usurai, che con il passare del tempo diventavano sempre più pressanti nei confronti della vittima, e il rischio di pericolose ritorsioni contro l’imprenditore, hanno fatto scattare gli arresti. Nel corso di perquisizioni presso le abitazioni dei due usurai sono stati scoperti e sequestrati varie decine di assegni di vario importo di diversi istituti di credito delle province di Napoli e Salerno, varie cambiali e oltre settantamila euro in contanti. Le indagini degli inquirenti, alla luce delle prove riscontrate, continuano per individuare altre vittime dei due usurai.
Vincenzo Visiello, 50enne, di Torre Annunziata, detto “a rutella”, e suo nipote Gennaro Salvatore Esposito, 38enne di Pompei, alias “ò cassuolo”, sono stati arrestati dalla polizia, con l’accusa, insieme alla moglie di Visiello, di usura ai danni di un imprenditore di Torre Annunziata. Per quasi 10 anni l’imprenditore ha versato esosi interessi, prima solo a Visiello e poi anche al nipote Esposito. Ma nell’agosto scorso, non riuscendo più a tener testa ai pesanti impegni assunti che lo costringevano a versare a uno 3.500 euro mensili per un prestito di centomila euro ed all’altro 700 euro mensili a fronte di un prestito di circa ventimila euro, pagando solo gli interessi perché il capitale prestato era ancora tutto da restituire, ridotto ormai quasi sul lastrico e senza alcuna possibilità di liberarsi dei debiti, aveva denunciato tutto alla polizia. I due usurai sono finiti così indagati. La polizia ha raccolto una serie di prove degli incontri della vittima con gli usurai, ricostruendo l’intera vicenda, verificando il debito e gli interessi già versati dalla vittima. In particolare, è stato appurato che nel corso degli anni, l’imprenditore aveva già versato al Visiello oltre 250.000 euro di interessi, dovendo ancora pagare i 100mila euro avuti in prestito. Esposito, invece, aveva imposto alla vittima il pagamento di un’altra somma per 20mila euro che gli erano stati attribuiti per un prestito insoluto di altre persone, il cui mancato pagamento era stato imputato all’imprenditore che non aveva potuto far niente perché minacciato con una pistola. Le indagini sugli usurai, che con il passare del tempo diventavano sempre più pressanti nei confronti della vittima, e il rischio di pericolose ritorsioni contro l’imprenditore, hanno fatto scattare gli arresti. Nel corso di perquisizioni presso le abitazioni dei due usurai sono stati scoperti e sequestrati varie decine di assegni di vario importo di diversi istituti di credito delle province di Napoli e Salerno, varie cambiali e oltre settantamila euro in contanti. Le indagini degli inquirenti, alla luce delle prove riscontrate, continuano per individuare altre vittime dei due usurai.