Il 25 novembre, si è celebrata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita per contrastare il femminicidio, ormai diventato un allarme sociale, riscontrabile in ogni contesto e ceto economico/culturale. È doveroso, quindi, per le istituzioni ad ogni livello, adoperarsi per sensibilizzare al fine di prevenire episodi di violenza sia fisica, ma anche psicologica (altrettanto grave) e porre a conoscenza delle possibili vittime quelli che sono gli strumenti previsti dalla legge per ottenere le adeguate tutele. In tale ricorrenza, pertanto, piuttosto che rappresentazioni folcloristiche e “macchiettistiche” sarebbe stato opportuno preparare iniziative che analizzassero con profondità e concretezza la piaga del XXI secolo. Ovviamente a sperare bene, non ci si rimette nulla, ma sistematicamente questa amministrazione che naviga a vista come al solito ci delude. Il rammarico è ancor più grande visto che la delega sta in capo ad una donna: la consigliera Eufemia Barbato. E proprio perché tale, dalla stessa ci saremmo aspettati tutt’altra sensibilità. E se questa, forse per inesperienza, o peggio ancora per incapacità non ci ha pensato, sarebbe stato doveroso per il sindaco, la giunta e le colleghe di maggioranza stimolarla per approntare le dovute iniziative. O perché no, ci avrebbe potuto pensare la moglie del sindaco, onnipresente, onnisciente e con voce in capitolo in questa amministrazione. Sarebbe bastato da parte sua un gesto di mimica, uno di quelli che è solita lanciare al marito al fine di spronare la signorina consigliera a fare il suo dovere.

Orbene, senza la volontà di fare polemica, ma solo per ricordare che nella passata amministrazione la giovanissima delegata alle pari opportunità, benché anch’essa fosse al primo mandato si è adoperata da subito lasciando segni tangibili di impegno in tal senso. A dimostrazione di ciò su piazza Trieste è ancora allocata la panchina rossa con relativa targa, in costanza dell’organizzazione dell’ultimo evento organizzato da quella maggioranza. Fortunatamente per i Carinaresi la consigliera in questione non percepisce ancora indennità di carica, altrimenti oltre a scaldare la sedia, oltre a mantenere la coda di Stefano Masi, sarebbe stata anche lei sul “gruppone” della collettività. Al danno, la beffa!!!

Carinaro nel cuore

 

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