Nemmeno una meretrice con 50 anni di “marchette” ha la faccia tosta di Nicola Iovinella. Il geometra-sterminatore di Orta di Atella (ai tempi del boom edilizio ha rilasciato migliaia di licenze illegittime), all’indomani della pubblicazione della relazione della Prefettura e di quella del Ministero dell’Interno sullo scioglimento dell’assise per camorra, ieri ha avuto il barbaro coraggio di recarsi nella sede del municipio chissà per quale “servizio”. Possiamo immaginarlo. Ma per fortuna, con la dipartita di Andrea Villano, la musica è cambiata. L’esponente di Campania Libera è stato beccato dai carabinieri che in quel momento si trovavano nella casa comunale per proseguire nella loro incessante opera di sostegno alla triade commissariale, composta da composta da tre donne di grande spessore istituzionale e competenza, Franca Buccino, Maria Rosa Falasca e Lucia Guerriero.
I militari dell’Arma hanno chiesto spiegazioni a Iovinella. E lo hanno accompagnato alla porta. In verità il geometra-Attila meriterebbe di essere condotto in luogo più consono alle sue redditizie faccende di ex funzionario comunale e di professionista. Informati dell’accaduto i commissari straordinari hanno immediatamente fatto consegnare un ordine di servizio all’addetto all’entrata nella struttura municipale per regolamentare l’accesso alla casa comunale. Poi Buccino, Falasca e Guerriero si sono recate personalmente in tutti gli uffici comunali per disporre il divieto tassativo di non consentire a nessuno l’ingresso in orari non consentiti.
Quello che stupisce, al punto da non escludere limiti cognitivi, è la perseveranza di Iovinella nonostante il geometra-cementificatore sia chiamato in causa una miriade di volte nella relazione che ha motivato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’amministrazione comunale. Uno dei punti contestati è proprio la sua presenza impropria negli uffici dell’ente. Ci sorge il dubbio che Iovinella abbia talmente accusato il colpo da aver perso completamente la lucidità. O forse non riesce proprio a non tenere le mani in pasta. Non si trattiene. È geneticamente modificato. È idiosincratico al rispetto delle regole. Ma oggi i direttori d’orchestra che guidano il Comune seguono tutt’altro spartito. Quello della legalità.
Mario De Michele