Se la maggioranza piange, l’opposizione non ride. Non ne ha alcun motivo. Dalla relazione della Prefettura di Caserta, vidimata dal presidente della Repubblica, che ha portato allo scioglimento per camorra del consiglio comunale di Orta di Atella esce una minoranza con le ossa rotte. A maggior ragione sono ancora più nauseanti i post Fb dei mangioni-spreconi dell’era Brancaccio che pontificano sui social nella speranza di continuare a nascondersi dietro al velo dell’ipocrisia. Lo scettro del bugiardo spetta di diritto a Francesco Gianfranco Piccirillo. Dopo anni di pasti pantagruelici ingurgitati assieme al suo mentore Angelo Brancaccio, l’esponente del Pd ha brandito la sciabola della legalità. Ovviamente una favoletta che non si è bevuto nessuno. Anche i bambini si sono chiesti: quando mangiava nello stesso piatto dell’allora sindaco ortese non si è accorto che era un camorrista? Forse era troppo preso dagli affari immobiliari milionari fatti assieme al suo socio dell’epoca Andrea Villano, proprio grazie a Brancaccio. Il Piccirillo è poi caduto in disgrazia. Ma con chi vuole prendersela? Mentre Salvatore Del Prete “Magò”, per anni dello stesso team di Piccirillo, li ha messi nel salvadanaio, lui li ha spesi. Ci mancherebbe, fatti suoi. Però il troppo storpia. E soprattutto i debiti vanno saldati. Altrimenti vengono pignorate le abitazioni proprie e dei propri parenti, addirittura a loro insaputa. Che diamine!
Due osservazioni. La prima: smettiamola con la storia dei politici che non valgono niente. Va bene solo se aggiungiamo che un politico che non vale niente è innanzitutto un uomo senza valore. La seconda: il consigliere regionale del Pd Gennaro Oliviero come fa ad annoverare tra i suoi collaboratori uno con i trascorsi di Piccirillo? L’allora eurodeputato Nicola Caputo se ne liberò. Onore a lui. La domanda è d’obbligo perché è lo stesso governo, di cui i dem fanno parte, ad aver avallato le motivazioni alla base della richiesta di scioglimento per infiltrazioni mafiose avanzata dalla Prefettura. E tra i motivi c’è “l’incapacità della classe politica locale di rinnovarsi effettivamente”. Non a chiacchiere. L’ipotesi di condizionamenti camorristici si fonda anche sui business dell’ex sindaco Andrea Villano e di Piccirillo, soci e come fratelli durante il sacco della città. In tempi non sospetti Campania Notizie ha pubblicato le visure camerali di alcune società di costruzione composte dal padre e dalla moglie di Piccirillo. Altro che certificato 335 dei carichi pendenti. L’esponente dei Democratici ha un casellario politico, amministrativo e imprenditoriale pieno zeppo di condanne.
Andiamo in ordine sparso. Addetto stampa, lautamente retribuito dai contribuenti, del Consorzio di rifiuti (Ce2) su raccomandazione di Brancaccio. Assessore esterno di Orta di Atella su nomina di Brancaccio, allora sindaco. Erede politico di Brancaccio, indicato da quest’ultimo. Se Piccirillo e Villano erano fratelli gemelli, Piccirillo e Brancaccio erano gemelli siamesi. Ma siamo in Italia. Tutto e tutti si possono riciclare. Anche quelli che sono stati collaboratori di famigerati “Mister” locali. Chissà che rapporto è in corso oggi? Ma ritorniamo all’inizio. L’opposizione esce distrutta, quasi come la maggioranza, dallo scioglimento per camorra. Chi ha indicato Vincenzo Gaudino come candidato sindaco del centrosinistra alle ultime comunali? Sempre lui: Francesco Gianfranco Piccirillo, il socio di Villano, considerato in continuità con Brancaccio da chi ha indagato sugli atti amministrativi. Per carità tra Gaudino e Piccirillo c’è un oceano. Sarebbe sbagliato fare di tutta l’erba un fascio. Peraltro i due si conoscono perché Gaudino è il legale di Piccirillo. E magari quest’ultimo, nella pia speranza di maneggiare qualche quattrino, ha iniziato a sdebitarsi con l’apprezzato avvocato con la candidatura a sindaco. Fatto sta che Gaudino è una persona onesta. Non ci piove. Farebbe una bella figura, a ogni livello, se facesse mettere in regola suo padre che possiede un palazzo con palesi e gravi difformità urbanistiche.
Ad assestare la mazzata mortale alla minoranza è un duo familiare su cui Campania Notizie ha più volte scritto: Luigi Ziello ed Espedito Ziello. Padre e figlio, da noi ritenuti componenti “aggiunti” della maggioranza, vengono chiamati in ballo dalla commissione d’accesso. Si legge nella relazione della Prefettura: “L’approvazione del Puc ha procurato ingenti vantaggi economici al geometra Luigi Ziello, padre dell’attuale consigliere Espedito Ziello. E c’è di peggio: “In alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia, Luigi Ziello, in quanto presidente del consiglio comunale negli anni dal 1997 al 2006, viene considerato il riferimento politico ad Orta di Atella per la gestione degli appalti di interesse del clan dei Casalesi”. Un aspetto indiscutibilmente rilevante ai fini di una valutazione oggettiva di eventuali infiltrazioni camorristiche all’interno dell’amministrazione uscente. Alle comunali del maggio 2018 Ziello padre ha presentato una lista su misura per il figlio Espedito. Noi di Campania Notizie l’abbiamo più volte evidenziato. Eppure ci hanno denigrato con i peggiori appellativi di questo mondo. Oggi siamo orgogliosi della conferma arrivata dalle massime istituzioni dello Stato.
Se la maggioranza piange, l’opposizione non ride. E non poteva che essere così. Gente come Tommaso Dell’Aversana, Luigi Ziello, Giovanni Migliaccio e la vecchia volpe Francesco Gianfranco Piccirillo non potevano che rappresentare un asse di raccordo con il passato. Altro che la decantata discontinuità propagandata in campagna elettorale.
Mario De Michele