“Lamberti dice che ci dobbiamo costituire contro Anastasia Russo”. E ancora. “Quando tu ad Anastasia le hai detto di fare la variante, tu le hai detto di….cioè tutte le cose e ora la lasci a piedi a quella?”. Queste le frasi estrapolate da intercettazioni di una conversazione al telefono tra Nicola Grimaldi, assessore ai Lavori Pubblici a Lusciano, e Benito Mottola, “macellaio di Lusciano vicino al sindaco Esposito”. Gli stralci di conversazione provengono dall’ordinanza del gip di Napoli Nord, Antonella Terzi, nell’ambito delle indagini, condotte dal pm Paola Da Forno, che hanno portato all’arresto del sindaco di Villa Literno, Nicola Tamburrino, dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico Giuseppe D’Ausilio e degli imprenditori Francesco e Salvatore Nicchiniello. Oltre venti gli indagati nel provvedimento emesso dai magistrati. Ma nel calderone c’è finito anche il comune di Lusciano. La conversazione intercettata risale al 23 marzo 2016. Per capire i contorni della vicenda però dobbiamo fare un lungo salto a più di 10 anni prima. Nel frattempo va specificato che la persona da “non lasciare a piedi” è Anastasia Russo, all’epoca Rup della procedura di appalto per il rifacimento e adeguamento della rete fognaria. La regione Campania sulla base di indicazioni della Commissione Europea aveva reso disponibili dei fondi nel 2013 per opere importanti che dovevano avere però una caratteristica fondamentale: essere progetti immediatamente cantierabili ed eseguibili. Tant’è che gli eventuali lavori si sarebbero dovuti concludere entro il 2015. E così l’amministrazione luscianese pensa di riciclare un vecchio progetto del 2002. Con la delibera n.130 la Giunta aveva allora approvato un progetto esecutivo-cantierabile prevedendo un importo complessivo di 23.900.000,00 euro.

Per questo progetto non si era mai ottenuto alcun finanziamento e per questo l’occasione del 2013 era ghiotta. E si pensò di rispolverare quel progetto che era inattuato e per il quale erano già stati spesi più di 600mila euro. Così l’architetto Anastasia Russo invitava la società di ingegneria idraulica ed ambientale incaricata nel 2002 a produrre un atto aggiuntivo. Il 27 dicembre 2013 l’architetto Russo e l’ingegnere Antonio Onofrio, amministratore unico della G.O.P Srl, sottoscrivevano un’appendice al contratto del 2002, approvata con delibera di giunta il 13 gennaio 2014. In quella stessa appendice contrattuale però la società rinunciava alla direzione dei lavori che sarebbero stati svolti nelle modalità che il comune avrebbe ritenuto più opportune. E subito dopo sarà fatto invio della domanda per finanziamento con gli elaborati di progetto alla Regione. Dato rilevante è che tra questi documenti i pareri relativi alla immediata eseguibilità, condizione imprescindibile per ottenere i fondi regionali, risalgono al luglio-settembre 2002. L’ipotesi dell’accusa per l’appalto del rifacimento fognario è che gli amministratori, nella fattispecie il sindaco Esposito e l’ex assessore ai lavori pubblici Nicola Grimaldi in concorso con tecnici esterni e interni all’Ente abbiano commesso illeciti per ottenere il finanziamento regionale presentando consapevolmente un progetto non valido e obsoleto e inducendo il soggetto erogatore in errore. Falsi, turbative d’asta, frodi in pubbliche forniture, tutto finalizzato ad incrementare il consenso elettorale. Un meccanismo di “do ut des” che legherebbe imprenditoria e politica. Primo tassello di una contorta e lunga vicenda di complicata ricostruzione è la figura della Russo diventata scomoda quando sono emersi diversi ostacoli rispetto alla procedura del finanziamento. Al telefono sempre con Benito Mottola, uomo vicino al sindaco, l’ex assessore Grimaldi riferendosi alla Russo dice: “Cioè che fai, quella ti deve fare il Puc …altre cose, tu l’attacchi legalmente sopra alla causa che dici… no, mò a questo punto gli sbagli se li hai fatti li hai fatti tu?! …ma io queste cose, Benito… io sono un uomo”.

E aggiunge. “Quando quella non teneva genio di fare la variante mi hai mandato a me a parlare con quella a convincerla, a convincerla, a convincerla ….eh, hai capito o no?”. Nel 2015 diverse sono le perplessità rispetto alla procedura eseguita anche secondo l’Anac che sentenzia: “L’azione dell’amministrazione comunale appare volta, di fatto, ad una sistemazione formale della documentazione necessaria al finanziamento sottovalutando gli aspetti tecnici di un progetto redatto oltre 10 anni prima”. Contestate le procedure realizzate: la correttezza del ricorso all’incarico di adeguamento mediante lettera d’invito e poi l’oggetto mantenuto “volutamente fumoso”. Questa fumosità genererà infatti un contenzioso tra il Onofrio, amministratore della società idraulica, che pretenderà di essere pagato per il progetto e il Comune di Lusciano. Per il ruolo della Russo c’è un grave conflitto. Un castello di sabbia che poteva sgretolarsi da un momento all’altro come poi di fatto è avvenuto. Ad un certo punto l’architetto diventa scomodo. Lo si evince da una delle varie conversazioni tra Mottola e Grimaldi. Da un lato c’era il progettista Onofrio che voleva essere pagato, dall’altro l’Anac che contesta la qualità del progetto allegato alla richiesta di finanziamento. Per non soccombere alla causa intentata da Onofrio andava ammesso che il progetto era fasullo e inattuale. Il progetto presentato sarebbe rimasto quasi del tutto intonso rispetto a quello precedente e sarebbero state cambiate solo le date. Ma dire questo significava far ammettere alla Russo la totale mancanza di verifiche. L’Anac aveva ragione. Un’impasse stratosferica da cui non si riusciva ad uscire. Benito Mottola all’ex assessore Grimaldi infatti specifica chiaramente: “La cosa di non perdere il finanziamento Nicola.. lo sappiamo, no…noi siamo stati in mezzo con… cioè li sappiamo i pass…parecchi passaggi li sappiamo eh…”. E Grimaldi parlando della Russo: “Non la voglio difendere, ha sbagliato… ma so perché ha sbagliato, alcune sono colpe sue alcune sono colpe dell’Amministrazione”. Da come si evince dalla conversazione Grimaldi è combattuto su come agire rispetto al contenzioso in quanto è stato lui stesso ad intercedere per ottenere che le cose andassero in un certo modo.

L’ex assessore Grimaldi aggiunge: “Se tu dici ‘andiamo avanti, andiamo avanti, andiamo avanti’…lo devi mantenere comunque. La devi difendere”. E Mottola gli risponde. “ E sennò che fai “a min annaz e’ botte?!”. Non si esaurisce qua il ruolo della Russo. Ne riparleremo più avanti. Come torneremo ad approfondire il meccanismo “do ut des” tra imprenditoria e politica. Torneremo su tutte le ombre dell’appalto della rete fognaria luscianese. Vagliando anche i ruoli di coloro che hanno partecipato all’opera con un solo obiettivo: “le fogne si dovevano fare”.

Valentina Piermalese
(continua…)

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